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Grecia alle calende greche. Report Intesa Sanpaolo

Nulla di fatto alla riunione dell’Eurogruppo. Il ministro delle Finanze ellenico ha respinto la bozza di comunicato proposta dal presidente dell’Eurogruppo, che prospettava “un’estensione tecnica di 6 settimane” del programma e dichiarava che si sarebbe fatto “il miglior uso della flessibilità insita nel programma attuale”.

IL NODO DEL CONTENDERE

Di contro, il governo ellenico si sarebbe impegnato a fornire copertura per ogni nuova misura e a “assicurare avanzi primari adeguati […] in linea con gli obiettivi concordati nel novembre 2012”; infine, avrebbe dovuto “astenersi da atti unilaterali, lavorando in stretto accordo con i partners europei e internazionali, specialmente nel campo della tassazione, delle privatizzazioni, delle riforme del lavoro, del settore finanziario e delle pensioni”.

LE CONDIZIONI

Secondo il governo greco, una prima proposta di mediazione avrebbe prospettato una serie più limitata di condizioni: rimborso di tutti i debiti in scadenza, congelamento di ogni progetto di abrogazione di riforme implementate negli scorsi anni, mantenimento di un avanzo primario (non è chiaro a che livello) e conferma degli accordi di alleggerimento del debito annunciati nel novembre 2012. Nel frattempo, sarebbero partiti i negoziati per un terzo programma di sostegno.

LA TEMPISTICA

La Grecia, che insiste tuttora a chiedere termini diversi, ha ora tempo fino a mercoledì sera per richiedere un’estensione del programma attuale. Se tale passo fosse compiuto, si terrebbe una nuova riunione dell’Eurogruppo venerdì 20 febbraio. In caso contrario, la situazione precipiterebbe molto rapidamente: la BCE procederebbe probabilmente a restringere anche l’accesso all’ELA per insussistenza del requisito di solvibilità, obbligando il governo a chiudere le banche, a introdurre controlli dei movimenti di capitale e a dover scegliere fra la resa e totale e l’abbandono dell’euro.


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