La Bce ha annunciato che dall’11 febbraio sarà abrogata l’eccezione a favore della stanziabilità dei titoli governativi greci. Come effetto, nessuno strumento emesso o garantito dal governo ellenico può ora essere ammesso come garanzia nelle operazioni di politica monetaria.
I MOTIVI E LE IMPLICAZIONI
Una decisione in tal senso era divenuta inevitabile dopo che il nuovo governo greco aveva dichiarato la conclusione anticipata e unilaterale del programma di sostegno. L’implicazione è che le banche greche dovranno sostituire i crediti ottenuti attraverso le MRO e le LTRO con liquidità di emergenza prestata dalla Banca di Grecia (ELA), essendo poco probabile che dispongano di altre garanzie stanziabili in volume sufficiente.
EFFETTI E SCENARI
Fino a quando il negoziato è in corso, è impensabile che la Bce blocchi l’accesso all’ELA, mossa che obbligherebbe la Grecia ad abbandonare l’unione monetaria. D’altro canto, lo spostamento sull’ELA del rifinanziamento implica che l’esposizione non sia soggetta alla ripartizione del rischio prevista per le operazioni di politica monetaria.
I NUMERI DELL’ULTIMO COLLOCAMENTO
I problemi delle banche e l’incertezza sull’esito della crisi spiegano anche la bassa domanda (1,3x) all’asta di T-bills semestrali, di cui sono stati collocati 812,5 milioni al 2,75%.