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Grecia, tutti i nodi finanziari ancora da sciogliere tra Tsipras e Merkel

Venerdì è stato raggiunto un accordo fra la Grecia e l’Eurogruppo per fornire al Paese ulteriori aiuti finanziari.

L’INTESA IN FIERI

L’accordo è basato sull’estensione del programma corrente, e lo sblocco dei fondi (che avverrà nel corso dei prossimi quattro mesi, è comunque vincolato al completamento del riesame da parte delle “istituzioni” (il nuovo termine indicare Commissione Europea, BCE e FMI), che avverrà entro il mese di aprile. Come previsto, la parte condizionale è stata mitigata: l’obiettivo sul saldo primario deve essere coerente con gli accordi del novembre 2012, ma per il 2015 si terrà conto delle “circostanze economiche” particolari; è stato accordato alla Grecia di ridisegnare l’agenda di riforme; tuttavia, la proposta deve pervenire entro il 23 febbraio, sarà soggetta all’approvazione preliminare delle ‘istituzioni’ e dovrà essere coerente con l’accordo preesistente.

GLI IMPEGNI GRECI

Inoltre, “le autorità greche si impegnano ad astenersi da ogni cancellazione di misure pregresse e da modifiche unilaterali alle politiche e alle riforme strutturali che possano impattare negativamente sugli obiettivi fiscali, la ripresa economica o la stabilità finanziaria, sulla base delle valutazioni delle istituzioni”.

I NO DELL’EUROGRUPPO

L’Eurogruppo ha anche negato alla Grecia la possibilità di utilizzare per altri scopi il fondo HFSF per la ricapitalizzazione bancaria. A scanso di equivoci, inoltre, detto fondo viene restituito all’EFSF – pur rimanendo a disposizione per le sole finalità “di ricapitalizzazione bancaria e di [copertura dei] costi di risoluzione”.

LA SCONFITTA DI TSIPRAS

Anche se il governo Tsipras ha fatto buon viso a cattivo gioco, parlando di “battaglia vinta”, l’accordo rappresenta una débâcle per il nuovo primo ministro, perché respinge quasi tutte le rivendicazioni avanzate dal governo di Atene e, anzi, porta a un ulteriore restringimento della sua autonomia finanziaria. Risulta altresì dubbio che  le concessioni giustifichino i danni recati all’economia e al sistema finanziario, in quanto sarebbero state ottenute ugualmente (e più facilmente) con una strategia negoziale meno conflittuale di quella scelta.

GLI EFFETTI DELLO SCONTRO

Forse il governo aveva bisogno dello scontro per giustificare il mancato rispetto delle promesse fatte in campagna elettorale; oppure, ha commesso soltanto un clamoroso errore di valutazione riguardo allo spazio di manovra concessogli dalla situazione finanziaria, alle dinamiche interne dell’Eurogruppo e al rischio di contagio in caso di Grexit.

LO SCENARIO INCERTO

Al momento, non è chiaro come sarà garantita la sopravvivenza finanziaria del governo centrale nel mese di marzo, visto che i pagamenti del programma rimarranno congelati almeno fino ad aprile. Probabilmente, la soluzione ponte passerà attraverso maggiori collocamenti di T-bills e limiti alle uscite di cassa. La scelta riflette chiaramente la volontà dell’Eurogruppo di tenere il guinzaglio molto corto, impedendo l’implementazione di misure con effetti negativi sul bilancio.

LE PROSPETTIVE SUL PROGRAMMA DI SOSTEGNO

Nei prossimi mesi, poi, saranno avviati i negoziati per il terzo programma di sostegno. Se la conclusione del secondo non fosse stata così turbolenta, si sarebbe potuto immaginare anche un sostegno soft mediante una linea di credito a condizioni rafforzate. Inoltre, sarebbe stato molto più facile spuntare concessioni significative sul fronte delle condizioni di rimborso del debito a partire dal 2020.

I NODI FINANZIARI DA SCIOGLIERE

Invece, quasi certamente servirà un programma di assistenza finanziaria vero e proprio e i negoziati saranno dominati dalla diffidenza riguardo alle intenzioni future del governo greco. I nodi da sciogliere saranno molti, a causa delle complesse interdipendenze fra obiettivi fiscali, crescita, dimensioni dei nuovi prestiti e condizioni di rimborso del debito. D’altro canto, soltanto un piano credibile può ripristinare un parziale accesso al mercato e affrancare la Grecia dalla necessità di crediti ufficiali.



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