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Grecia contro Troika, chi è più testardo?

Chi è più ostinato fra Atene e Berlino? Il guaio, come rilevano Tim Fernholz e Jason Karaian, autori di un articolo sulla rivista Quartz, qui, è che non si capisce chi è più ostinato “i greci per essersi rifiutati di accettare questa affermazione, o i loro creditori per insistere su di essa”.

IL QUADRO
Il “programma” in questione è il pacchetto di politiche di austerità in cui la Grecia è impegnata dal 2010 in cambio di 240 miliardi di euro di prestiti ricevuti dalla Troika. Prestiti in cambio dei quali la Grecia ha trasformato in surplus i deficit di bilancio e permesso di rinegoziare i debiti obbligazionari, nel contempo però “demolendo l’economia del paese. Perversamente, qualcosa apparentemente destinato al taglio del debito del Paese, il “programma” ha causato la crescita del debito/pil e limitato quella della Grecia”. Inveitabile, secondo gli autori il successo elettorale di Syriza che vuole cambiare lo status quo. Anche con il programma nel 2015 la Grecia, come ha dichiarato il Fmi, si troverebbe ad affrontare un gap finanziario di 126 miliardi: “in altre parole, i vari cicli di salvataggi, svalutazioni, estensioni del rimborso, non hanno ancora messo il paese su una base finanziaria stabile. E che la Grecia possa prendere a prestito tale importo sul mercato a tassi di interesse elevati, non è realistico”.

IL PROGRAMMA NON È SUFFICIENTE
In breve, il programma non è sufficiente. Un piano di salvataggio, che avesse un impatto significativo dovrebbe valere oltre 50 miliardi di euro nel corso dei prossimi tre anni. “Inevitabile che la parola “programma” sia diventata un po’ velenosa alle orecchie greche”.
Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis è d’accordo a mantenere un avanzo di bilancio, pagare i creditori in pieno, e non abbandonare le riforme che sono state attuate, ma non appoggerà una programmazione insufficiente. “Il suo interlocutore irritabile, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, sottolinea che ci deve essere un impegno da parte delle autorità greche a concludere con successo il programma”.

IL DIBATTITO
Insomma chi è il più petulante? Come di abitudine, i giornalisti di Quartz lo hanno deciso discutendo nella loro redazione virtuale. Dal punto di vista greco, insistere sul fatto che “la Grecia approvi una politica fallimentare prima di provare a risolvere il problema è come firmare il piano dei vigili del fuoco di gettare benzina sul fuoco per spegnerlo, prima di considerare una soluzione a base di acqua”. Dal punto di vista dei credito, i greci ne fanno una questione di lana caprina. “Varoufakis stesso ha detto che era felice di una proposta che obbligava la Grecia a una serie di riforme e impegni fiscali in cambio di “una proroga del contratto di finanziamento in corso”. È così diverso da “il programma”? “È come se uno si mettesse a discutere con i vigili del fuoco della marca degli estintori mentre la casa brucia”.
È dunque? La Troika vuole che Syriza approvi la sua strategia e Syriza chiede che la Troika riconosca implicitamente che il piano finora non ha funzionato, in modo da adempiere al suo impegno elettorale di elaborare una nuova soluzione libera dai fardelli del passato. Qualcuno alla fine sorvolerà sulla parola “programma”. Forse.


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