Il governo ellenico si prepara a richiedere oggi “un’estensione dell’attuale accordo di salvataggio nel contesto del piano Moscovici”.
IL PIANO
Tale “piano” (la cui esistenza è stata smentita dal commissario europeo), prevedrebbe un’estensione di 6 mesi del programma (4 secondo l’FT) in cambio dell’impegno a non abrogare le riforme economiche già implementate, a garantire un avanzo primario e a onorare il servizio del debito.
I NODI
Tuttavia, l’agenda di riforme da approvare sarebbe decisa in autonomia dal governo di Atene. Qui sta il primo problema: SYRIZA si appresta già ad abrogare alcune parti della riforma del lavoro, ripristinando in particolare la contrattazione collettiva, mossa che non aiuta né a rendere credibile la proposta, né a guadagnarsi la fiducia dei creditori.
LA MORATORIA
Secondo Kathimerini, d’altronde, la moratoria riguarderebbe soltanto le misure con impatto sugli obiettivi fiscali. Peraltro, la proposta di mediazione era già stata respinta lunedì, e non è chiaro per quale motivo ora dovrebbe essere accettata.
IL PROBLEMA
C’è infatti anche un secondo problema: il governo greco continuerebbe a parlare di estensione del “loan agreement”, invece che di estensione del programma, ma il prestito esiste soltanto come parte del programma; ciò equivale a chiedere che l’Eurogruppo rimuova quasi interamente e formalmente la condizionalità già prevista, e che questa sia la proposta sottoposta alla ratifica dei parlamenti in Germania, Olanda e Finlandia.
LE INCOGNITE
Non è chiaro per quale motivo i governi in carica in questi Paesi dovrebbero combattere per Tsipras contro l’opinione pubblica e pezzi della propria maggioranza, né la motivazione che potrebbe indurre il governo spagnolo a concedere un successo politico a SYRIZA, partito vicino al movimento Podemos con il quale si confronterà fra pochi mesi alle elezioni generali.