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I veri problemi di NCD

Che il problema di NCD continui ad essere NCD è, ormai, acclarato. Non solo e non tanto per la poco felice scelta del nome, quanto per la conclamata assenza di linea politica. Di quella strategia culturale, ancor prima che politica, in cui inquadrare l’essenza del partito e la sua determinate presenza in un Governo a trazione PD.

Lacuna che non è stata pienamente colmata neppure con l’avvento – per la verità, assai sofferto ed ancora poso definito – di Area Popolare quale poderosa (non solo nei numeri ma anche nella proposta politica) seconda ruota “motrice” dell’Esecutivo.

Una prospettiva alquanto stimolante per le istanze dell’elettorato moderato messa tardivamente in campo con l’intento (così è parso) non di accelerare l’azione riformatrice del Governo, rafforzare la maggioranza anche in vista dei delicati passassi istituzionali, quanto per “depotenziare” il patto del Nazareno.

Una mossa fatale che ha portato NCD a “rinnegare” – nei fatti – la maggioranza di Governo, a rinsaldare l’asse con Arcore per cercare, da un lato, di mettere “nel scacco” Renzi sul Presidente della Repubblica e, dall’altro, di porre le basi per un’intesa elettorale con FI in vista delle imminenti elezioni regionali.

Una strategia “a perdere” che ha lasciato libero Renzi di procedere sulla via del Quirinale da solo e con l’unico legittimo interesse di riunire il PD.

Altro che metodo Renzi. Il problema sembra essere, piuttosto, l’anti-metodo Alfano!

Ora rincollare i cocci della cosiddetta “prima maggioranza”, quella governativa, determinate per fronteggiare la grave situazione socio-econimca e tentare il rilancio dell’economia e dell’occupazione, appare impresa assai ardua.

A meno che, come capita spesso, non si faccia buon viso a cattivo gioco e… si proceda come se niente fosse accaduto.

Resta un (piccolo) problema: gli elettori!

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