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L’avete visto lo spot della 500X?

L’avete visto lo spot della 500X, il “nuovo” Suv di Fiat? Con Luca De Meo, certo, non sarebbe accaduto. Da De Sica, Mastroianni e Gassman siamo finiti a Panariello, quello della comicità di efficacia pari alla copertura della compagnia telefonica che pubblicizza.

La pilloletta blu entra dentro a una 500 e la 500 diventa X. Qualche genio del team pubblicitario avrà proposto 500XXX – figuriamoci – e il risultato è come la storia del compare che va dall’amico farmacista per avere, appunto, una pilloletta che gli garantisca la “prestazione” amatoria. Risultato? Una malafiura incredibile. Così è lo spot della 500X. Una pacchianata. Mentre Dolce e Gabbana vanno da Tornatore, Fiat vola bassa, anzi bassissima. E confeziona questo spot che è roba da Pieraccioni.
Dalla “r” moscia degli ottimati Monti e Letta, siamo passati alla “c” moscia dei Toscani che stanno a Roma e Sanremo. E a nulla può una pilloletta blu per farla alzare questa Italia che è proprio una minchia moscia. Senza palle e senza idee.

Renzi a Torino, siccome la Fiat – che è ormai altrove – pesa in Italia più di prima, deve lisciargli il pelo a Sergio. E anche se di modelli era dall’82 che Fiat non ne faceva, ecco che il premier, con tutta la sua chiacchiera, moltiplica la sua retorica in favore delle sorti progressive del futuro dell’ingegneria automobilistica italica.

Certo, il mercato dell’auto è pieno di problemi. Si compra lontano dall’Europa e occorre spostarsi per seguire i ricavi della globalizzazione, e la crescita dei paesi emergenti. Però, una volta, perfino la conservatrice Fiat, elaborava nuovi modelli. Oggi copia e basta. I nuovi modelli sono la copia di modelli concorrenti nel segmento che tira di più o che da maggiore marginalità. L’immaginazione è morta. E con lei se ne va anche l’estro comunicativo.
E così, anziché attingere alla velocità, alle linee di Balla, il paese finisce spossato a dormire ancora prima di avere iniziato, lasciando il futuro di fianco al letto insoddisfatto. Come nello spot.

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