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Patto Berlino-Roma? Come anni ’20 torna stampella mussoliniana

Senza tanti giri di parole, l’economista Bruno Amoroso, allievo e amico personale di Federico Caffè, dalla dimora danese, torna a dire la sua sulla crisi, la chiama truffa, finanziaria che dal 2007-2008 sta cambiando, in peggio, le condizioni di vita di milioni di persone in Europa per le crescenti diseguaglianze economico-sociali e non risparmia il Pd.

Il Pd ha scelto la strada della ‘grande coalizione’ con liberali e conservatori, insieme al resto della  socialdemocrazia europea: si è in tal modo realizzato come negli anni Venti l’Asse, pardon, il Patto Berlino-Roma, in cui confluiscono gli interessi della Germania, indubbiamente dominanti, con la stampella italiana di mussoliniana memoria, oggi impersonata da Matteo Renzi, nella speranza di ricavare qualche briciolo di dividendo dal tradimento degli interessi dell’Europa.

E’ il primo affondo diindex Amoroso che ben conosce il presidente della Bce, Mario Draghi, allievo anche lui, a suo tempo, di Caffè: ma Draghi ha scelto di gestire sapientemente i padroni della finanza internazionale che comandano le èlite europee impegnate a distruggere il progetto europeo e dei Paesi del Sud, Italia compresa, Amoroso, invece, ha scelto coerentemente di fare il consigliere del cittadino e non del Principe, come ammoniva Caffè, per tutelare la propria autonomia di studioso e ricercatore. 

Ecco il secondo affondo. Draghi non ha bisogno di fermare Renzi perchè sa benissimo che Renzi, per conservare il potere, seguirà le sue indicazioni, e perfino in anticipo, come ha fatto di recente con il provvedimento contro le Banche Popolari che è un vecchio pallino di Draghi: anche lui non ama ciò che non controlla. Renzi non ha un accordo con Draghi e la Merkel: è abbastanza furbo da capire che lui e il suo governo esistono finchè non entra in collisione con la Troika. La differenza di Renzi e Tsipras è tutta qui!

E’ questo il passaggio propedeutico al terzo affondo. La Bce sta portando avanti i suoi piani di esproprio dei risparmi degli europei completando l’operazione iniziata nel 2008 con misure come l’Unione Bancaria che mettono nelle mani della peggiore finanza speculativa il sistema bancario europeo. E di questo fa parte lo smantellamento di tutte le forme anomale perchè cooperative e di sostegno ai sistemi produttivi locali come le Banche Popolari. Poi le recenti misure di allargamento dei credito non solo non rispondono a nessuno dei problemi urgenti posti dalle economie dell’Europa del Sud, ma sfacciatamente mettono a disposizione del sistema finanziario una quota prestabilita del 20% per il riciclaggio dei titoli speculativi e il finanziamento delle operazioni dell’alta finanza utili a salvare le proprie banche dal collasso lasciando il restante 80% a carico degli stati nazionali. Ma non tutti ovviamente: ergo la Grecia va tenuta fuori

Uno sguardo alle ultime elezioni europee che hanno fatto registrato un rilevante incremento delle astensioni, quasi la metà dei cittadini europei non ha partecipato alle elezioni, segno di un forte dissenso con le politiche di austerità di Bruxelles: nonostante ciò nulla è cambiato e parte così il quarto affondo di Amoroso.

Il quadro europeo uscito dalle elezioni è chiaro: soltanto due paesi esprimono la loro piena soddisfazione per i piani integralistici pantedeschi, la Germania e l’Italia. In Germania vincono i conservatori della Merkel e in Italia quella lobby di interessi massonici e corporativi coalizzata nel Pd. Se il Pd avesse portato i suoi voti nell’ambito delle opposizioni al progetto pantedesco dell’Europasi sarebbe creata l’occasione storica di rimettere in discussione su basi solide il progetto europeo di pace e cooperazione contro quello della competizione e della guerra sostenuto dai conservatori e liberali. Se le teste scambiate dei partiti di sinistra arrivati al Parlamento Europeo avessero saputo riconoscere le scelte della volontà popolare si poteva costruire un fronte di opposizione alla Troika che avrebbe impedito lo sconcio della elezione del nuovo presidente della Ue e del consolidarsi del potere della Bce.  

Accanto alle rivolte minoritarie in Grecia e Spagna, che accendono qualche speranza in più, nel Vecchio Continente si prospettano tempi bui per la democrazia, tanto che si parla di disagio della democrazia.

La democrazia di riconquista dando voce al popolo con buona pace di chi ama tuttora discettare di disagio della democrazia, conclude Amoroso.

 

 




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