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Perché Tsipras e Varoufakis innervosiscono i Palazzi europei. Report Intesa

Il discorso programmatico del nuovo primo ministro non contiene nessun ammorbidimento della posizione in vista dell’Eurogruppo di mercoledì 11. Tsipras ha reiterato la richiesta di una soluzione ponte, respingendo l’estensione del programma di sostegno in scadenza e promettendo l’attuazione di una serie di misure annunciate in campagna elettorale.

LE MIRE DI TSIPRAS

In particolare, il governo procederà con l’incremento del salario minimo a EUR 751 entro il 2016, la reintroduzione della 13a mensilità per i pensionati con rendita inferiore a EUR 700, la fornitura gratuita di elettricità e alimenti alle famiglie povere. Le riassunzioni di personale licenziato nel pubblico impiego, invece, avverranno in sostituzione delle assunzioni previste nel 2015.

LE CONFERME DEL PREMIER

Tsipras ha anche ribadito l’intenzione di riaprire ERT, la televisione di Stato, e di bloccare il programma di privatizzazioni. Un’altra dichiarazione destinata a non facilitare future intese quella sul “dovere storico” di esigere dalla Germania riparazioni per la seconda guerra mondiale. Il ministro delle finanze Varoufakis, da parte sua, in un’intervista ha prospettato il collasso dell’Eurozona in caso di uscita della Grecia, e ha bollato come insostenibile il debito pubblico italiano.

L’INTESA IN FORSE

L’innalzamento dei toni riduce sempre più lo spazio per un’intesa. La posizione dell’Eurogruppo, espressa da Dijsselbloem venerdì, è che una soluzione ponte esiste già, ed è l’estensione del programma; la scadenza finale dell’offerta è lunedì 16 febbraio, quando si terrà la riunione ordinaria dell’Eurogruppo, e al meeting di mercoledì 11 dovranno essere scoperte le carte. Riguardo alla situazione di liquidità, ovviamente la posizione del governo è che non ci saranno problemi di liquidità per la durata dei negoziati, anche se dovessero estendersi fino a maggio (ma se fosse vero, perché ci sarebbe bisogno di una soluzione ponte concordata?).


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