Nelle ultime ore si sta parlando tanto, e anche a sproposito, del nuovo logo di Roma. “RoMe & You” verrà utilizzato per la promozione all’estero e punta l’accento sull’ospitalità e sull’integrazione tra città e persone.
Sia ben chiaro che quello presentato ieri dal sindaco Ignazio Marino non è il simbolo di Roma Capitale, bensì il marchio commerciale della città, che sarà presente nelle fiere e negli spazi pubblicitari negli altri Paesi d’Europa e del Mondo.
Ecco spiegato dunque l’abbandono dell’italiano, in favore dell’inglese, lingua globale. E’ fuorviante la polemica, prettamente politica, basata sull’assenza della lupa e dell’acronimo S.P.Q.R., elementi tanto cari ai romani quanto indifferenti per la stragrande percentuale dei turisti stranieri. E proprio i politici, che titolarità hanno di giudicare un logo: non sono mica esperti in comunicazione? Se lo fossero non si rivolgerebbero ad altri per curare la propria immagine e le proprie campagne elettorali. Vero che ognuno è libero di esprimere il proprio parere, ma tutto deve essere analizzato sulla base delle finalità del lavoro. In questo caso dire “mi piace” non è corretto. In comunicazione la questione è “funziona” o “non funziona”?
Per quanto riguarda “RoMe & You” è innegabile che si tratti di un logo moderno, attuale, con un messaggio efficace ed immediatamente comprensibile. Accanto al marchio istituzionale è nata anche un’iniziativa di comunicazione: RoMe&You, un programma per la città che ha come obiettivo la valorizzazione del carattere multiforme e al tempo stesso schietto, proprio dell’idea di accoglienza offerta da Roma.
Quest’autenticità è da ricercare nella dimensione dialogica che Roma instaura con i suoi cittadini e prima ancora con i suoi ospiti, persone di diverse provenienze geografiche, culturali e appartenenze religiose. Persone che chiedono di essere accolte, di dare compiutezza a un sogno, di trovare qui il loro angolo di mondo.
È un piano di riscoperta, la voglia di recuperare autenticità che, insieme con tutte le altre bellezze, costituisce il tratto più affascinante della Città.
RoMe&You, un progetto che mette in luce la natura inclusiva di Roma: viva, gioiosa, accogliente. Queste sono le diciarazioni riportate dalla società “Inarea” che ha curato l’identità visiva del logo di Roma. Si può parlare sulla scelta del colore, del font o di artifizi grafici di varia natura, ma per come è stato concepito e realizzato, è sicuramente conforme a ciò che deve rappresentare.
Non si deve però incorrere nell’errore di eccessivo trasformismo. Spesso le amministrazioni, in puro spirito di rottura con il predecessore, o per la convinzione di avere idee migliori, decidono di rivoluzionare il logo dell’ente che dirigono, andando però ad infliggere un danno all’immagine della stessa. Proprio la mancanza di continuità, in vari aspetti (dalla politica economica al diritto), è uno degli elementi che frenano gli investimenti nel nostro Paese. Per questo motivo, ora bisogna concentrarsi nel promuovere al massimo il logo presentato da Marino, magari attraverso una figura che possa istituzionalmente rappresentare “l’ambasciatore di RoMe” nel mondo, e riunire tutti gli sforzi per far si che Roma sia percepita globalmente per la bellezza, la storia e il fascino che possiede. Solo allora si potrà valutare se il lavoro che Mariano ha affidato a professionisti competenti sarà stato valido, solo se nei mesi futuri avremo maggior afflunza di turusti sapremo se la promozione ha funzionato.