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SpaceX lancia il satellite che monitorerà il Sole

Missione compiuta (almeno per metà). Mercoledì pomeriggio, dopo due tentativi falliti, SpaceX ha lanciato con successo dalla base di Cape Canaveral, in Florida, un satellite meteorologico il Deep Space Climate Observatory (DSCOVR) che monitorerà l’attività solare. Si tratta della prima missione nello spazio profondo dell’azienda di Elon Musk. Durante l’operazione, però, non è stato effettuato il secondo tentativo di rientro controllato nell’atmosfera, come previsto originariamente dal progetto.

GLI OBIETTIVI DEL DSCOVR

Il satellite impiegherà 110 giorni a percorrere il milione e mezzo di chilometri necessario per posizionarsi al punto di Lagrange L1, un punto strategico da cui osservare la stella e l’interazione con il nostro pianeta. Il Deep space climate observatory ha tra i suoi obiettivi prevedere i venti solari, che il sole emette sotto forma di raffiche di particelle ad alta energia, le condizioni magnetiche e trasmettere le informazioni alla Terra in 15-60 minuti di tempo. «Senza avvertimenti tempestivi e accurati, gli eventi meteorologici spaziali come le tempeste geomagnetiche causate da cambiamenti del vento solare possono distruggere quasi tutti i principali sistemi delle infrastrutture pubbliche, tra cui le reti elettriche, le telecomunicazioni, il trasporto aereo, e il GPS», si legge in una nota del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

I DUE TENTATIVI PRECEDENTI

L’operazione di SpaceX è riuscita al terzo tentativo. Il primo lancio del razzo vettore Falcon 9, infatti, effettuato domenica scorsa non era andato a buon fine poiché il radar di tracciamento dell’Air Force era caduto. Mentre il secondo, di martedì, era stato annullato a 10 minuti dal via a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Se il decollo non fosse riuscito neppure mercoledì, sarebbe stato rinviato ancora di una settimana per via della posizione sfavorevole della Luna: «Durante questo periodo – spiega il Central Florida Future – la posizione della Luna eserciterebbe una forza di attrazione gravitazionale sul volo che richiederebbe molto più propellente».

L’IMPORTANZA DEI RIENTRI CONTROLLATI NELL’ATMOSFERA

A poche ore dal lancio, il satellite (DSCOVR) è già operativo nell’orbita terrestre, ma l’azienda di Musk ha scelto di non effettuare il secondo tentativo di rientro controllato nell’atmosfera di alcuni stadi del razzo. L’atterraggio del missile sarebbe dovuto avvenire presso la “drone ship”, una piattaforma automatizzata, ma le cattive condizioni meteorologiche e del mare che destabilizzava la chiatta posizionata nell’Oceano Atlantico hanno convinto al compagnia ad annullare il test. SpaceX intende servirsi di razzi vettori in grado di effettuare rientri controllati nell’atmosfera ed essere poi nuovamente utilizzati per lanci successivi. Si tratta di un tipo di manovra mai tentato prima, e risulta essere cruciale per il futuro delle missioni spaziali perché dimostrando che i lanciatori possono essere recuperati e riutilizzati, apre la strada a una riduzione enorme dei costi dei voli spaziali.


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