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Ucraina, ma la Mogherini che fa?

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori e dell’autore, pubblichiamo l’editoriale di Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi e di Mf/Milano Finanza, uscito oggi sul quotidiano Italia Oggi

Al centro dell’Europa, in Ucraina, si sta combattendo una guerra vera a propria con centinaia di morti nelle strade ogni giorno, bombardamenti, distruzioni di città, di vie di comunicazione, di aeroporti.

L’Europa che sinora è stata a guardare deve decidere se contrapporre alla fornitura di armi pesanti, che da tempo sono in corso dalla Russia a vantaggio degli insorti filo moscoviti, delle analoghe forniture a favore dei filo occidentali di Kiev. E’ chiaro che, se passa l’ipotesi Usa (e Nato) di fornire missili e droni agli ucraini filo occidentali, la guerra diventa frontale. L’Europa (anche se si rende conto che una trattativa diplomatica dell’ultima ora con Mosca è molto improbabile che riesca a dare risultati pacificatori) vorrebbe tentarla un’altra volta, prima di arrendersi al conflitto armato, alimentandolo, con risorse e mezzi.

Per cercare di sciogliere il nodo di questa pericolosa matassa, ieri l’altro, i leader dei due più importanti paesi europei, François Hollande per la Francia e Angela Merkel per la Germania, si sono ufficialmente incontrati a Kiev con il presidente ucraino, Petro Poroshenko, per definire una strategia che poi Hollande e Merkel sono andati, ieri, a discutere congiuntamente a Mosca con Vladimir Putin.

Le fotografie e i filmati ufficiali dell’incontro sono stati diffusi dai media di tutto il mondo ma in essi non c’è traccia dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica della sicurezza in Europa che è l’italiana Federica Mogherini, 42 anni, nota per essere la moglie del consigliere, in Comune di Roma, di Walter Veltroni quando questo era sindaco della Capitale e, in forza di quella competenza, nominata addirittura, da Matteo Renzi (su istigazione di Veltroni, è chiaro) ministro degli Esteri italiano.

La Mogherini non c’era, Kiev, perché, come tutti sanno (solo Renzi ha sinora fatto finta di non saperlo), non esistendo una politica estera comune (e nemmeno militare), a livello europeo, un responsabile comunitario concretamente responsabile su questa materia che, ripeto, non esiste, non ci può essere. Per definizione, come direbbero i matematici che, al contrario dei politici, sono sempre obbligati a far tornare i conti.

Non a caso, in questo ruolo, hanno messo delle persone che simulano un’attività che però non è a loro delegata. Sono delle controfigure. La prima “Alta Commissaria”, ad esempio, fu una inglese, la baronessa Caterine Ashton che, alla fine del suo innocuo mandato, è stata lodata, come commiato, per il fatto di essersi dedicata con particolare attenzione ai servizi da tè di questo che, sulla carta, viene descritto come il potentissimo ministero degli Esteri di una Comunità di 500 milioni di persone.

Come capita spesso nelle grandi organizzazioni pubbliche, coloro che contano poco sono connotati da titoli esorbitanti, come appunto questo di cui oggi si fregia la Mogherini e che è appunto:  “Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e della sicurezza dell’Europa”. Poteva essere il “Rappresentante”. No, si è preferito definirlo: “Alto rappresentante” per mascherare, dietro l’altisonante pennacchio, il nulla, come corazzieri del Quirinale che, imbottiti da armature anabolizzate, sarebbero disarcionati anche da un ragazzino che facesse all’improvviso un bau al cavallo che lo trasporta.

I grandi Paesi dell’Europa infatti, la loro politica estera se la fanno da soli. Immaginarsi se se la fanno mediare (o fare, addirittura) dalla Mogherini. I tre grandi Paesi europei sono la Gran Bretagna (che si considera più fuori che dentro la Comunità, tant’è che non aderisce nemmeno all’euro e che, in politica estera, si appiattisce sempre e comunque sulla posizione degli Stati Uniti; non a caso, al vertice di Kiev di ieri l’altro la Uk non era stata nemmeno invitata) e gli altri due sono, appunto, Germania e Francia.

Possibile che Renzi non sapesse che l’Alto commissario per la politica estera era (ed è) solo una controfigura e che quindi sarebbe stato meglio puntare, in occasione della spartizione degli incarichi, su un Commissario economico, tipo quello dell’agricoltura, per ricoprire il quale, l’Italia dispone di Paolo De Castro, un’autorità assoluta nel settore, riconosciuto come tale anche a livello europeo?

Tenere in mani italiane questo settore nel momento in cui l’export agro-alimentare tricolore è così importante e l’intero settore è diventato strategico nei rapporti interatlantici sarebbe stato, oltre che utile, anche facile ed importante. Come mai a Renzi è sfuggito questa aspetto che pure è grande come una casa? Ritengo che, nel proporre la Mogherini a Bruxelles, Renzi pensava soprattutto di liberarsi della sua insufficiente prestazione come ministro degli Esteri a Roma, ruolo per il quale la Mogherini, per valutazione unanime, era decisamente inadeguata.

Insomma la Mogherini è stata promossa per poter essere rimossa. Renzi ha liberato un poltrona, l’Italia ha invece perso una grande occasione,  anche se politici e media fanno tutti finta di non essersene accorti.


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