Compratori esteri in aumento, espositori in linea con i numeri da record dell’anno scorso, segnali economici positivi dalle principali aziende del settore. E, soprattutto, l’organizzazione di un evento straordinario come l’Expo di Milano.
Si annunciano mesi di intenso lavoro per il team di Veronafiere che dal 22 al 25 marzo ospiterà nel capoluogo scaligero la 49° edizione del Vinitaly, mentre dall’1 maggio fino a ottobre gestirà il padiglione “Vino – A taste of Italy” all’Esposizione universale di Milano dove l’eccellenza enologica italiana avrà la possibilità di presentarsi a circa 2 milioni di visitatori.
UN VINITALY DAI GRANDI NUMERI
Con oltre 4mila espositori, in linea con quelli del 2014, 91mila metri quadrati di superficie occupata (oltre 100mila se si considerano anche le manifestazioni concomitanti Enolitech e Sol&Agrifood) e 55mila buyer provenienti da 119 Paesi diversi, l’edizione numero 49 del Salone internazionale del vino si annuncia “un appuntamento fondamentale per il sistema italiano”, come ricorda il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione della conferenza stampa di presentazione a Roma. Lo sforzo per l’incoming dall’estero, fa notare il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, è ben testimoniato dal 34% di risorse in più investite nell’attirare buyer da fuori Italia, portando l’investimento a 2 milioni di euro. E questo anche grazie alla collaborazione con i Ministeri dello Sviluppo economico e delle Politiche agricole e con l’Ice. “Siamo consapevoli del ruolo che ci è stato riconosciuto dalle aziende e dalle istituzioni – aggiunge Ettore Riello, presidente di Veronafiere – di piattaforma di servizi per l’internazionalizzazione delle imprese. Con questo impegno stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo lanciato lo scorso anno dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita a Vinitaly, di incrementare l’export di vino del 50% entro il 2020”.
SEGNALI POSITIVI DALLE AZIENDE
Se da un lato è vero che il 2014 è stato un anno (l’ennesimo) di crisi per le aziende italiane, dall’altro si può rilevare come l’agroalimentare abbia risentito meno di altri della difficile congiuntura economica. “Nonostante le difficoltà dell’embargo russo e le problematiche legate al fenomeno della contraffazione e delle barriere non tariffarie – fa notare il presidente Riello -, nel 2014 l’export del nostro agroalimentare ha registrato un +2,4%, raggiungendo un nuovo record di 34,3 miliardi, dopo il boom di 33,6 miliardi di fatturato raggiunti nel 2013. Non a caso il sentiment delle aziende vitivinicole rilevato dall’Osservatorio di Vinitaly risulta positivo. “In queste ultime settimane abbiamo realizzato un panel non scientificamente rappresentativo ma certamente significativo per i numeri espressi, dal momento che ha interessato 30 tra le realtà enologiche più importanti d’Italia con un volume d’affari complessivo di circa 2 miliardi di fatturato”, spiega il dg Mantovani. Da questa ricerca è emerso un aumento degli introiti di circa il 5% delle cantine italiane, con il 55% che esprime fiducia guardando al 2015 appena iniziato, il 35% che ha già registrato riscontri positivi in questi primi mesi dell’anno e il 5% che prevede addirittura un anno molto positivo. “Abbiamo imparato che di questi tempi è difficile fare previsioni e che i numeri cambiano velocemente, specie alla luce dei repentini e imprevedibili cambi negli assetti geopolitici internazionali che possono avere effetti diretti sul comparto, ma è indiscutibile – puntualizza Mantovani – che il settore vitivinicolo italiano mostra la sua vivacità e capacità di crescita”.
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MARTINA VUOLE FARE IL PUNTO SUL VINO
La kermesse di Verona per il ministro diventa l’occasione per tracciare il bilancio di un anno di governo per quel che riguarda l’impegno sul settore vitivinicolo che in Italia, sottolinea, “con 14 miliardi di euro di fatturato e oltre 5 di export, rappresenta al meglio la nostra capacità di uscire dalla crisi e rilanciare”. “Dal decreto sui diritti d’impianto a ‘Campolibero’, con alcune scelte di semplificazione, come la diffida prima della sanzione e la dematerializzazione dei registri vitivinicoli che, nelle prossime giornate, taglierà burocrazia per oltre 25mila operatori”; questi alcuni dei risultati snocciolati dall’esponente del governo Renzi. “L’obiettivo di quest’anno – conclude – resta il testo unico per il vino. Sono convinto che un lavoro serio tra Governo e Parlamento possa portare davvero alla definizione di uno strumento in grado di aiutare tutto il sistema, per la riorganizzazione e il riordino del comparto”.