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Berlusconi elogia Draghi, critica Renzi e manda stilettate a Salvini

“Dobbiamo ricordarci chi siamo, cioè la maggioranza saggia di italiani lavoratori che amano la libertà e vogliono restare liberi”. È una voce tenue e addolorata – ma non per questo perduta d’animo – quella di Silvio Berlusconi, assente per influenza ma intervenuto per via telefonica alla due giorni azzurra del Ppe, organizzata dal vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani all’Hotel Ergife di Roma.

L’EUROPA NON È QUELLA DEI SUOI FONDATORI

“Abbiamo il dovere di contribuire al cambiamento dell’Europa, che oggi non è quella immaginata dai fondatori come De Gasperi e Adenauer: basta prendere atto della situazione economica, dei disoccupati, della rilevanza europea nella politica internazionale”, ha detto il leader di Forza Italia.

LA NECESSITÀ DI UN CENTRO DESTRA ITALIANO 

All’evento c’erano Giovanni Toti, Lara Comi, Maria Stella Gelmini, Maurizio Gasparri e Renato Brunetta (seduto tra il pubblico), che Antonio Tajani che ha definito tutti “non generali e colonnelli, ma solo militanti”. Tajani ha sottolineato come “mancano le idee, ma dobbiamo partire dalla nostra identità e dal fatto che siamo parte del Ppe, per dare all’Italia un centro destra rassicurante”. L’ipotesi di un vuoto politico nell’area di centro destra è infatti quello che porta maggiore sgomento al popolo moderato: “Dobbiamo riaffermare il fatto che al centro della nostra azione politica c’è il valore dell’economia sociale di mercato, delle Pmi, delle banche popolari che non considerano le persone come dei numeri, come purtroppo fanno le grandi banche”.

POLITICA ECONOMICA E BCE

Più volte è stato ribadito l’apprezzamento per le scelte di Draghi, per il fatto che “siamo noi che abbiamo fortemente voluto il ritorno ad una politica monetaria espansiva”, e di ricordarsi che “Draghi è stato messo lì da Berlusconi”: “abbiamo sempre insistito con la Banca Centrale Europea per l’immissione di liquidità”, ha confermato lo stesso Berlusconi, “ma nonostante ciò dobbiamo constatare l’irrilevanza del Parlamento europeo. L’Italia è l’ultimo vagone di un treno che marcia a rilento e sul binario sbagliato. Abbiamo una rappresentante (Lady Pesc, ndr) esclusa dai tavoli internazionali, il Made in Italy che viene minacciato, e centinaia di profughi sulle nostre coste”. E oltre a questo ci sono “partiti che fanno della protesta e dello sfascio la loro politica e la loro bandiera” (un riferimento alla Lega?), per via del fatto che “oggi le istituzioni europee sono guardate con sfiducia dai cittadini italiani ed europei”.

TRA CONTESTO INTERNO E INTERNAZIONALE

Berlusconi non si è poi trattenuto dal lanciare qualche stilettata anche al governo Renzi, che ha definito una “non democrazia, con oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica”, ma poi si è maggiormente concentrato su una visione di più ampio respiro. Vale a dire quella di un’Europa, e di un contesto internazionale, alle prese non solo con le questioni economiche ma anche con le paure e le violenze del Califfato: “Le minacce del terrorismo non sono contro di noi ma contro l’occidente: dobbiamo guardare in faccia questi problemi e trovare delle soluzioni, restando a garanzia della libertà. Noi siamo gli italiani non estremisti ma che sono pronti a difendere il loro modo di vivere. Rappresentiamo la maggioranza, e siamo il partito del fare, che risponde alle domande dei cittadini”.



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