“Immaginavo che questo sarebbe accaduto, ma quando ho chiesto la nomina di ministro delle Finanze non l’ho fatto per Netanyahu ma per il popolo israeliano”. Così ha commentato Moshe Kahlon l’annuncio del premier. Un invito che sembra non averlo sorpreso, anzi. A poche ore delle elezioni in Israele, Benjamin Netanyahu ha offerto il più importante dicastero dell’economia a uno dei suoi principali concorrenti al voto.
ALLEANZA STRATEGICA
“Se avrò il compito di formare il governo – ha detto il premier israeliano – Kahlon farà parte della coalizione, indipendentemente dei seggi”. La mossa strategica cerca di recuperare lo svantaggio elettorale del partito Likud, che secondo gli ultimi sondaggi si colloca dietro alla coalizione di centro sinistra Unione sionista. Se si mantiene la tendenza dei sondaggi sui risultati, Kahlon potrebbe vincere 10 seggi, mentre Unione Sionista tra 24 e 26 e Likud tra 20 e 22.
MERCATO MOBILE
Nato nel 1960 a Hadera, Kahlon è stato ministro delle Comunicazioni durante uno dei governi di Netanyahu. Nella sua gestione ci sono state molte polemiche contro le imprese di telefonia mobile, per cui il mercato delle telecomunicazioni è stato aperto a nuovi attori riducendo i prezzi. Dopo si è ritirato per fondare il suo partito.
DALLE MACCHINE ALLA POLITICA
Kahlon è stato anche ministro del Benessere e assistenza sociale. Ha fatto parte delle Forze di difesa israeliane dal 1978 al 1986 e del Corpo di artiglieria. Dopo il servizio militare ha aperto un’azienda per l’importazione di accessori di macchine. Solo dopo si è dedicato alla sua passione politica, in seguito ad una laurea in Scienze politiche e studi generali all’Università di Haifa.
IMPEGNO SOCIALE
E’ stato eletto parlamentare nelle elezioni del 2003 e nel 2006 è diventato il terzo deputato più votato con il partito Likud nelle primarie del partito. Ha lavorato per migliorare la situazione finanziaria della classe bassa e media, cercando di ridurre le tariffe elettriche per le famiglie povere e ha anche seguito diverse inchieste su commissioni bancarie e corruzione.
QUESTIONE ECONOMICA
Kahlon era la risposta del centro destra al movimento di protesta sociale del 2011, che manifestava contro il costo della vita e la situazione economica in Israele. Nella campagna elettorale di questo anno l’economia è al centro dei dibattiti perché, nonostante la crescita del Paese, i benefici non si riflettono in aumenti di stipendi o nei prezzi. “Il costo della vita non è qualcosa che decide il destino. Può essere affrontato dal governo, se realmente ha la volontà di farlo”, ha detto Kahlon.
Secondo gli ultimi sondaggi del quotidiano economico Calcalist, il 66,9% degli israeliani sostiene che la crisi economica sarà determinante sul voto. Il 53,8% dice che influirà la posizione di fronte ai palestinesi, mentre soltanto il 32,3% degli elettori ricordo la minaccia nucleare dell’Iran.