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Chi e come risarcirà Berlusconi?

Una considerazione velocissima,  come lo è stato – peraltro fatto anomalo per il sistema giudiziario italiano – l’iter processuale sul bunga bunga del Cavaliere.

Con una notturna sentenza, la Corte di Cassazione ha definitivamente sancito che quanto poteva al massimo interessare qualche giornaletto scandalistico o soddisfare i morbosi pruriti e le curiosità, ovvero che non esiste quel reato che ha portato ai sorrisini sarcastici di imbarazzanti capi di Stato o di governo, a spread galoppanti, alla peste bubbonica ed ha contribuito in maniera determinante alla caduta del premier Silvio Berlusconi, sulla cui condotta di vita privata ognuno poteva – ed ovviamente può in un libero Paese – dire o pensare quello che voleva, ma è quantomeno anomalo un Paese dove su questo si costruiscono costose intercettazioni e processi sul nulla.

Viene quindi da dire che è una sentenza che finalmente fa giustizia laddove la Giustizia è stata utilizzata come strumento di confronto politico e di battaglia verso il cittadino leader di partito Silvio Berlusconi. Ed è questa cosa buona, sebbene rimanga l’amara considerazione che la Cassazione abbia ricordato agli Italiani quanto il Belpaese sia sempre afflitto dalla sindrome di Tafazzi, deviazione che pare difficile da debellare e sintomatica anche nelle vicende Parlamentari della XVII Legislatura. Ma questa è un’altra storia.


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