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Perché Cina e Germania flirtano sui motori dell’industria

La cooperazione tra Cina e Germania si approfondisce ed entra in una “nuova era“: il colosso asiatico ha “deciso che il suo piano d’azione ‘Internet Plus‘ unirà le forze” con la strategia “Industrie 4.0” della nazione europea, annuncia l’agenzia di stampa Xinhua. Sia “Internet Plus” che “Industrie 4.0” sono strategie che sposano i tradizionali concetti della produzione industriale con le nuove tecnologie legate al mondo di Internet e del digitale e hanno l’obiettivo di trasformare tanto la manifattura quanto altri settori della società.

CINA: DALLA QUANTITA’ ALLA QUALITA’

“Desiderosa di cavalcare l’onda dell’information technology, la Cina ha compiuto un passo visionario” rafforzando la collaborazione con la Germania, indica Xinhua. Come ha mostrato anche la fiera del CeBIT di quest’anno, quasi tutti i settori dell’economia oggi sono connessi con l’information technology. “Integrando la sua produzione con l’It, la Cina permetterà alla sua industria di fare il salto da una produzione di quantità a una di qualità“, prosegue Xinhua. “Cina e Germania complementano ciascuna i punti di forza dell’altra e in più hanno il vantaggio di essere le prime a muoversi su questa strada; questo darà loro un ruolo leader e capacità di generare un significativo impatto globale”.

Jeremy Rifkin, esperto di economia e tecnologie, ha dichiarato al recente CeBIT che “Internet plus” della Cina e “Industrie 4.0” della Germania si basano su concetti simili e che come iniziatori di un processo Cina e Germania diventeranno i motori dell’industria 4.0. Da parte loro gli esperti sentiti da Xinhua hanno detto che sarà possibile ora per l’industria cinese sfruttare la digitalizzazione per mettersi al pari dei suoi concorrenti internazionali. “E’ possibile saltare alcune fasi dello sviluppo”, ha dichiarato Christoph Meinel, capo dell’Hasso Plattner Institute. “E’ persino possibile che la Cina diventi una delle prime nazioni nel campo dell’hitch e sia nella posizione di vendere tecnologie ad altri paesi”.

PROVE DI ALLEANZA AL CEBIT

Cina e Germania si sono mostrate molto interessate a rafforzare la loro cooperazione sull’innovazione alla fiera del CeBIT da poco conclusasi e dove la Cina era il paese partner ufficiale dell’evento. “La Germania vuole facilitare il dialogo con la Cina sui principali trend dell’Ict e rafforzare la cooperazione sino-tedesca nelle industrie digitali”, si legge sul sito del CeBIT. La forte crescita del mercato It cinese e il boom dei consumi interni hanno trasformato la Cina “in un partner molto interessante per vendite e alleanze per le imprese dell’It attive globalmente”. Inoltre, dopo gli Stati Uniti, la Cina è il secondo maggiore mercato It. Secondo uno studio dell’Eito (European Information Technology Observatory) il mercato It cinese crescerà quest’anno dell’8,8% e questo rende la Cina anche una delle nazioni con più alto tasso di sviluppo nell’area dell’information technology e delle telecomunicazioni.

Nel suo recente viaggio in Germania, il premier cinese Li Kequiang ha detto che il motto del CeBIT 2015 “d!conomy” (digital economy) descrive bene le nuove esigenze di cooperazione sull’innovazione tra Cina e Germania. Sempre durante le visita del premier cinese in Germania, i due paesi si sono messi d’accordo per fare del 2015 l’anno della “innovation cooperation” tra Germania e Cina.

IL PIANO MADE IN CHINA 2025

Seguendo l’esempio della strategia tedesca “Industrie 4.0”, la Cina ha annunciato a inizio mese il suo piano sul rinnovamento industriale, chiamato “Made in China 2025,” come riportato dal giornale cinese Want Daily. “La Cina è stata la numero uno al mondo per produzione industriale nel 2013, avendo rappresentato il 20,8% dello share globale, ma l’enorme successo negli ultimi anni di prodotti importati, come quelli giapponesi, ha mostrato l’urgenza per la Cina di innalzare la qualità dei suoi prodotti”, riferisce la stampa cinese. Di qui l’iniziativa “Made in China 2025”, nata dal Ministero dell’Industria e Information Technology (Miit) cinese e dalla Chinese Academy of Engineering per promuovere innovazione, transizione industriale smart, industria green e integrazione tra industrializzazione e information technology. Uno stanziamento iniziale di 40 miliardi di yuan (8 miliardi di dollari) promuoverà le industrie e le iniziative innovative. Il Miit ha tra l’altro rotto con la convenzione dei piani quinquennali estendendo in questo caso la sua programmazione a dieci anni, perché tanto ci vorrà per rinnovare l’industria cinese. Il direttore del Miit Miao Yu ha sottolineato che il piano “Made in China 2025” è simile alla strategia “Industrie 4.0” della Germania che punta alla “quarta rivoluzione industriale” tramite fabbriche smart basate su sistemi cyber-fisici, Internet delle Cose e Internet dei Servizi; Miao ha tuttavia riconosciuto che la Germania è vicina alla fase 4.0, mentre lo sviluppo industriale della Cina si trova “tra la fase 2.0 e la 3.0”.

INTERNET PLUS, SORRIDONO I BIG DELL’IT CINESE

Il piano d’azione “Internet Plus” si aggiunge alla strategia “Made in China 2025” per focalizzarsi in modo specifico sullo sviluppo economico ottenuto tramite l’innovazione, l’utilizzo delle tecnologie smart, l’integrazione di mobile Internet, cloud computing, big data e Internet delle Cose nel processo manifatturiero, come spiegato anche dal capo di Stato cinese Xi Jinping. La Cina vuole sviluppare settori come e-commerce e Internet banking e promuovere la presenza delle sue aziende basate su Internet sui mercati internazionali.

Per i commentatori occidentali, però, “Internet Plus” è innanzitutto un regalo ai big dell’It cinese che verranno ulteriormente favoriti nella loro rapida espansione. Già commenti positivi al programma varato da Pechino sono arrivati da colossi come Tencent, Lenovo e Alibaba.

Qualcun altro si mostra scettico sul fatto che abbracciare big data, mobile e cloud per modernizzare l’industria sia sufficiente a cambiare il modo di produrre della Cina e soprattutto ad aumentare il benessere dei cinesi. “L’outlook economico della Cina oggi è peggiore che negli ultimi venti anni. La trasformazione economica è un must: la Cina sa che non può più basarsi su forza lavoro in grandi quantità e a basso costo e sugli investimenti dall’estero per crescere”, si legge in un editoriale di SCMP.com. “Internet può aiutare la Cina ad aprire nuove frontiere per il business, ma il punto è che Pechino non è ancora disposta ad aprire tutti i contenuti di Internet alla sua popolazione. Ma la chiave di Internet è la libertà. Se Pechino non capisce questo e continua a imporre la sua severa censura sull’informazione, il nuovo piano ‘Internet Plus’ potrà spingere più cinesi a fare shopping online ma difficilmente potrà avere un impatto significativo e di lungo termine sulla trasformazione economica del paese”.

INDUSTRIE 4.0

Col piano “Industrie 4.0” la Germania vuole continuare ad essere la locomotiva d’Europa e possibilmente del mondo portandosi nella quarta rivoluzione industriale con un rinnovamento in chiave digitale delle sue fabbriche e del modo di produrre. “Industrie 4.0” è la visione tedesca del futuro della manifattura, in cui fabbriche smart usano le tecnologie dell’Ict per digitalizzare i loro processi e ottengono enormi benefici in termini di qualità, abbassamento dei costi e efficienza. Il cancelliere Angela Merkel ha vantato più volte questo progetto invitando tutti i paesi europei a saltare sul treno dell’industria 4.0. Al World Economic Forum di Davos a gennaio ha detto: “Dobbiamo adattarci rapidamente alla fusione del mondo online col mondo della produzione industriale. Se non ci rinnoviamo, quelli che sono leader oggi nel campo digitale assumeranno la leadership anche nella produzione industriale”.

Il governo tedesco sta investendo 200 milioni di euro per promuovere la ricerca di “Industrie 4.0” nel settore pubblico, privato e universitario. Anche gli Stati Uniti hanno un programma simile: si chiama The Industrial Internet e coinvolge aziende come At&t, General Electric e Intel. In Germania tra i colossi hitech che già stanno investendo in “Industrie 4.0” ci sono Deutsche Telekom, SAP e Siemens.

L’INTERESSE TEDESCO PER LA CINA

A inizio marzo, dopo il varo del programma “Made in China 2025”, Wolfgang Dorst, capo del Dipartimento “Industrie 4.0” dell’associazione dell’Ict tedesca Bitkom, aveva dichiarato all’agenzia di stampa Xinhua che l’industria tedesca era interessata a conoscere meglio i nuovi trend dell’industria cinese e a cercare nuove opportunità di cooperazione. La spinta cinese verso lo smart manufacturing “è una minaccia ma anche un’opportunità”, ha detto Dorst, aggiungendo che la Germania oggi ha bisogno di una catena del valore globale per vincere la competizione della quarta rivoluzione industriale. “Uno Stato non può farcela da solo; la rete della cooperazione internazionale è così stretta che le aziende tedesche devono lavorare con quelle cinesi e viceversa”. Il concetto di “Industrie 4.0”, ha spiegato Dorst, non riguarda solo la manifattura ma l’intero ecosistema di Internet: la concorrenza del futuro si giocherà su servizi, software, connettività, banda larga e robustezza delle reti.

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