Se la presentazione del libro “Aspettando la crescita – Scritti meccanici per lo sviluppo” di Antonello Di Mario – pubblicato dalla Tullio Pironti Editore – tenuta a Roma lo scorso 19 marzo ha lasciato il segno nel dibattito sindacale nazionale, non fosse altro per aver rappresentato un momento di confronto pubblico – forse anche fin troppo serrato e che mancava da tempo – tra i tre segretari generali di Fiom, Fim e Uilm, sicuramente e per aspetti diversi lascerà il segno anche la presentazione tenuta ieri pomeriggio a Genova, a cui hanno partecipato – fra gli altri – il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo e, attraverso un videomessaggio, il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
LA CRESCITA COME GODOT
Secondo Di Mario, capo ufficio stampa della Uilm e direttore del giornale on line Fabbrica e società, come Godot nell’opera teatrale di Samuel Beckett, anche la crescita, evocata da Istituzioni, governo e “corpi intermedi” alla fine non arriva, ma “la realtà è che il tempo attuale si caratterizza con cambiamenti improvvisi e repentini, riducendo spesso gli attori coinvolti a rincorrere le mutazioni determinate”.
LA VISIONE DI DI MARIO
La rappresentazione del sindacato che attualmente sembra essersi affermata è quella di “un soggetto intermedio di rappresentanza, di cui si potrebbe anche fare a meno”, ma per Di Mario, in un contesto caratterizzato “dalla percezione di una ripresa che non c’è e dall’anelito a creare le condizioni affinché possa esserci (…) è necessario che anche il sindacato, di stampo europeo e moderno, sappia indicare in modo preciso una o più proposte che sappiano guardare allo sviluppo e alla ripresa del Paese.”
La visione che esprime Di Mario rispetto al ruolo del sindacato non è di per se stravolgente dal punto di vista storico, perché come lui stesso scrive: “Si tratta di una scelta che il sindacato italiano, di matrice riformista, ha sempre portato avanti in ogni epoca, ma soprattutto nelle fasi di crisi economica”. Questa visione assume però un carattere dirompente oggi, in una situazione di stallo del movimento sindacale italiano che sembra voler a tutti i costi confermare quella percezione di residualità che si è fatta gradualmente strada nei suoi confronti in un Paese che vive drammaticamente la “dicotomia tra tempo immobile e tempo veloce” e dove la proposta della “coalizione sociale”di Landini può assumere, in mancanza d’altro, una valenza salvifica.
IL RUOLO DEL SINDACATO
E’ proprio nei passaggi del libro di Di Mario l’essenza della diversità delle posizioni espresse all’interno di quella che fu la FLM (la Federazione Lavoratori Metalmeccanici) e che oggi vede nella distanza tra le strategie di Fim e Uilm da una parte e Fiom dall’altra un abisso non facilmente colmabile.
Non è tanto in discussione il sindacato come “soggetto politico” quanto il senso e il valore che si attribuisce a questa espressione.
Infatti per Di Mario “mai come ora è giusto tutelare l’aspetto contrattualistico, ma è altrettanto importante formulare indicazioni utili a riavviare domanda interna e consumi; emancipare il lavoro, innalzando i livelli occupazionali; favorire la produzione attraverso investimenti infrastrutturali. L’urgenza di ampliare questo raggio d’azione è indispensabile per la tutela e il soddisfacimento dei diritti rispetto alla necessità di ripresa economica.”
CONTRATTI E POTERE D’ACQUISTO
In sintonia con l’autore è il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo (che del libro ha curato la presentazione, mentre Roberta Pinotti ha curato la prefazione) quando ha affermato che “questo deve essere l’anno dei contratti. L’80% delle imprese lavora per il mercato interno e se i lavoratori e i pensionati non hanno potere di acquisto per comprare ciò che produciamo, le crisi non si allontaneranno”.
E per essere più chiaro ha aggiunto che “si possono dare tutti gli sgravi fiscali e le decontribuzioni possibili e immaginabili ma se i magazzini continuano a rimanere pieni le aziende falliscono comunque. Bisogna fare quindi una iniezione di credibilità partendo dal potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati”.
IL CONSIGLIO DI BARBAGALLO A LANDINI
Commentando invece la manifestazione della Fiom di sabato scorso, rende pubblico il consiglio dato a Maurizio Landini: “(…) gli auguro di non fare un partito e di tornare a fare il sindacato, perche’ tutti gli ex sindacalisti che si sono messi a fare partiti sono scomparsi dalla scena politica”, ha detto Barbagallo.
Sottolinea poi le differenze con la Fiom quando dichiara che “noi non vogliamo fare confusione tra le rivendicazioni sindacali e quelle politiche. A noi non piacciono le ammucchiate. Noi vogliamo che il sindacato faccia sempre il sindacato, le forze politiche hanno il dovere di tutelare l’interesse generale, noi tuteliamo gli interessi dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani che sono in cerca di lavoro”.
L’INTERVENTO DEL MINISTRO PINOTTI
Particolare rilievo, per le questioni affrontate e non solo, assume pure l’intervento del ministro della Difesa Roberta Pinotti, affidato ad un videomessaggio a causa della concomitante riunione della direzione del PD a Roma, “in cui si decide se andare avanti sulla legge elettorale”. Pinotti si è soffermata sul valore strategico delle riforme istituzionali in un Paese che “è rimasto fermo, nonostante che del superamento del bicameralismo si parlasse da tempo immemorabile”e “il cambiamento istituzionale – e la legge elettorale è un pezzo importante di questo – è essenziale perché è una parte importante di quello di cui il Paese ha bisogno”.
FIDUCIA NEL TEMPO CHE VERRA’
Venendo al tema dell’incontro, dopo aver ricordato di aver conosciuto Di Mario su twitter e di seguirlo da allora con molta attenzione, con molta simpatia, perché lo trova “una persona particolarmente attenta, innamorata del suo Paese , con una vera passione politica e una vera passione del cambiamento”, il ministro Pinotti si è concentrata sul titolo che ha voluto attribuire alla sua prefazione: “Fiducia nel tempo che verrà”, perché – sostiene – “è questo lo spirito che ho colto nella serie di articoli e di spunti che ho letto nel libro” e sottolinea “come sia importante per quanto riguarda la politica industriale di questo Paese avere sia degli investimenti pubblici che degli investimenti privati”.
INVESTIMENTI PUBBLICI E LEGGE NAVALE
Rispetto alle sue specifiche competenze sottolinea poi come la scelta di fare una “Legge navale” che nei prossimi venti anni consenta alla Marina Militare di rinnovare la flotta abbia anche tenuto conto “delle esigenze della cantieristica, sapendo che questo è un settore che può trainare il PIL del Paese”. Si è soffermata in particolare sull’“espansione che sta avendo Fincantieri anche in altri settori. Nel settore civile ci sono contratti assolutamente importanti che sono stati recentemente acquisiti ”. Ha anche auspicato che “il gruppo già così importante, il quarto dopo tre coreani all’interno del panorama mondiale, possa (…) rafforzarsi ulteriormente”.
GLI INVESTIMENTI STRANIERI
Parlando poi degli investimenti degli Emirati in Piaggio (P.1HH HammerHead -Unmanned Aerial Systems, il drone nato dal P180 della Piaggio e sviluppato con Selex Es) ha affrontato il tema degli investimenti stranieri, rispetto ai quali “non bisogna aver paura (…) se il lavoro e la tecnologia rimangono in Italia (…) L’importante è che nella trattativa si consenta di mantenere il cervello e l’occupazione in Italia.”