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Così Napoli coccola Papa Francesco

Un milione, ma c’è chi si azzarda a dire tre milioni. È certo che la visita del Papa a Pompei e Napoli, oggi, rappresenta un viaggio in un microcosmo che ha mille sfaccettature. Dopo la preghiera al Santuario di Pompei di fronte all’immagine della Madonna, infatti, Francesco incontrerà la popolazione di Scampia e lì avrà modo di confrontarsi con le anime di quella zona.

“Non siamo la città  di Gomorra – dice don Francesco Minervino, parroco e sacerdote di frontiere – Papa Francesco incontrerà la vera Scampia, che non è quella delle etichette”. Dunque, giovani, anziani, rappresentanti delle categorie sociali come gli avvocati e gli imprenditori, ma anche le comunità degli stranieri. Insomma, tutta gente che lotta per la legalità, chiede a Francesco una parola di speranza per continuare a progettare il futuro. A Bergoglio il sindaco De Magistris regalerà le chiavi della città.

Altro momento cruciale sarà il passaggio nel carcere di Poggioreale, struttura dove sono rinchiusi circa 1900 persone che il Papa cercherà di incontrare una ad una. Francesco pranzerà con un gruppo di loro, una novantina, tra essi anche sieropositivi e transessuali, e sicuramente avrà parole di conforto per ognuno di loro.

Ma l’attesa per Papa Francesco è spasmodica in tutta la città: ovunque, come al Plebiscito dove i 30.000 biglietti per la messa sono andati esauriti un un baleno, “tutti vogliono vederlo, toccarlo, incrociare il suo sguardo”, raccontano nella Curia di Napoli dove qualcuno sottolinea che l’attesa che si respira è più forte di quella che precedette la visita in città di Benedetto XVI nell’ottobre 2007. E molti sperano in una benedizione da San Gennaro: al Duomo, Francesco vedrà le ampolle col sangue del santo che mai si è sciolto per un pontefice. E poi ci sarà l’incontro con una cinquantina di malati al Gesù Nuovo, pregando poi sulla tomba di Giuseppe Moscati, il medico dei poveri.

Fondamentale in tutto questo è l’apporto dei volontari: circa 1300 che hanno in queste ore stanno verificando che tutto possa andare nel migliore dei modi. E l’apporto dei volontari sarà cruciale a fine giornata, durante l’incontro con famiglie e giovani con cui avrà un colloquio che sicuramente andrà oltre gli schemi previsti.

Il sindaco della città De Magistris dice che se pensa al Papa pensa “soprattutto alla giustizia. Poi, l’auspicio di tutti è che sempre di più giustizia e legalità coincidano, quindi che non ci sia solo una legalità formale apparente, ma che ci sia una legalità vera, che ci sia un messaggio molto forte contro le mafie, contro la corruzione… Ma anche sottolineando che ogni giorno c’è tanta gente nel Sud che si impegna dando alternative ai nostri giovani e si impegna concretamente contro degrado, corruzione e mafie. Un messaggio di speranza concreto”.

Insomma, l’impressione è che Napoli aspetti dal Papa una spinta per continuare sulla strada del riscatto, al di là dei luoghi comuni, e guardando alle molte risorse morali che questa città ha dentro di sé.

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