La Commissione europea interviene sulla Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, per rassicurare gli europei: nessuna invasione del manzo agli ormoni e dei cibi Ogm, nessuna minaccia alla sanità e alle scuole pubbliche e nessun rischio che l’Europa diventi una cieca economia capitalista che si espande danneggiando i paesi in via di sviluppo. I valori e gli standard europei restano. Lo assicura il commissario al Commercio europeo Cecilia Malmstrom che firma l’introduzione al documento con cui la Commissione Ue ha deciso di sfatare i dieci miti principali che l’opinione pubblica ha costruito sul Ttip.
COME IL TTIP PUO’ AIUTARE L’EUROPA
Rilanciare l’economia europea e rendere l’Europa influente nel mondo. Il Ttip può aiutare a far questo. Come? “Aprirebbe il mercato Usa alle imprese dell’Ue, specialmente le più piccole”, scrive la Malmstrom; “aiuterebbe a ridurre i costi, per le imprese Ue, eliminando le procedure burocratiche superflue. Creerebbe nuove regole che rendono più facile esportare, importare e investire tra le due sponde dell’Atlantico e consentono di farlo a condizioni più eque”. Fermo restando che il Ttip non vuol dire per l’Europa cedere sui suoi valori-cardine: gli standard elevati, la sicurezza alimentare, i diritti dei singoli governi, il rispetto della cultura europea.
MITO 1: GLI STANDARD
Valgono ora e varranno in futuro, su questo l’Europa non transige. Perciò è un mito per la Commissione Ue quello che indica che il Ttip indebolirà gli stringenti standard europei che proteggono le persone e il pianeta. La Commissione spiega che l’obiettivo del Ttip è ridurre i costi per gli esportatori sia quando gli standard sono gli stessi in Usa e Ue sia quando sono differenti. L’Europa è impegnata a difendere i suoi alti standard, a salvaguardare l’indipendenza dei regolatori Ue, a far valere il principio di precauzione e a garantire anche per il futuro il diritto dei governi Ue ad approvare nuove leggi che difendono le persone.
MITO 2: LA SICUREZZA ALIMENTARE
Il modo in cui regoliamo questioni come i cibi geneticamente modificati e la sicurezza alimentare resteranno uguali, assicura la Commissione europea: i nostri standard non saranno indeboliti dal Ttip. Il Ttip non costringerà l’Europa a importare cibi Ogm, il manzo cresciuto con gli ormoni o la carne di animali clonati. Invece Usa e Ue lavoraranno insieme, grazie al Ttip, per facilitare importazioni e esportazioni nel settore alimentare, nel rispetto delle regole Ue sulla sicurezza. Un settore Ue che potrebbe beneficiarne? L’allevamento delle ostriche: oggi non si possono esportare negli Usa, perché in base alle regole europee i nostri allevatori testano le ostriche per verificare l’assenza di batteri, mentre le regole americane impongono di testare l’acqua di coltura. Le regole divergenti impediscono l’esportazione negli Usa del prodotto europeo.
MITO 3: LE TARIFFE
Le tariffe tra Ue e Usa sono già basse, il Ttip è solo un pretesto per smantellare le regole europee, dicono alcuni. No, risponde l’Ue: in diversi settori le tariffe sono ancora troppo alte, tra cui quelli alimentare e tessile; questo rende i prodotti europei negli Usa più cari di quelli non Ue. Il Ttip annullerebbe tutte le tariffe che ancora pesano sull’export europeo verso gli Stati Uniti e questo darebbe un incentivo enorme allo scambio commerciale tra i due partner.
MITO 4: I DIRITTI DEI GOVERNI
Il Ttip permetterà alle più potenti aziende americane di fare causa ai governi Ue come e quando vogliono? No, replica Bruxelles: il Ttip rafforzerà il sistema per dirimere le controversie tra le due parti. Tale sistema si basa sull’Investor-State Dispute Settlement o Isds, parte degli accordi di investimento con cui i paesi Ue cercano di attrarre investitori stranieri; l’Isds permette alle aziende straniere di nominare un arbitro per giudicare se sono state trattate in modo non equo da un governo Ue ma non permette loro di chiedere di cambiare le leggi europee. L’Europa vuole il rafforzamento dell’Isds, per esempio rinsaldando i poteri regolatori dei governi e dando pubblico accesso alle udienze e ai documenti dei tribunali dove si discutono le eventuali cause.
MITO 5: SERVIZI PUBBLICI
Tutti gli accordi commerciali a livello Ue lasciano i governi dell’Ue liberi di gestire i servizi pubblici: non dovranno certo privatizzarli per effetto del Ttip. “Scuole e ospedali pubblici sono fondamentali e tutti gli accordi commerciali dell’Ue includono specifiche garanzie per i servizi pubblici”, chiarisce Bruxelles. I governi europei resteranno liberi di decidere che un certo servizio può essere solo pubblico o che un servizio prima privatizzato deve tornare pubblico. E se non rinnovano un contratto con un’azienda per fornire un servizio al settore pubblico non sono passibili di richiesta di risarcimento.
ALTRE RICADUTE POSITIVE
Insieme ai miti e al loro smantellamento, il documento della Commissione europea presenta esempi concreti di come il Ttip, negoziato secondo le esigenze europee, può facilitare il business alle nostre aziende. Uno di questi riguarda i produttori europei di ceramiche decorate. Le imposte sull’export europeo verso gli Usa è il doppio di quello dell’export Usa verso l’Europa nello stesso settore. Complicate regole doganali impediscono ai produttori dell’Ue di calcolare l’effettivo costo delle loro esportazioni verso gli States – si va dal 6% al 25% del valore del loro prodotto; e il fatto che i dazi si basino sul valore del prodotto fa anche sì che le ceramiche europee negli Usa costino molto più di quelle importate per esempio dall’Asia. Il Ttip correggerebbe questa situazione.
Altro caso è quello delle protezioni solari contro i raggi UV. Tali creme sono ovviamente testate prima di essere messe in vendita, ma Ue e Usa hanno test diversi per validare le protezioni anti-UV: i prodotti Ue quindi, dopo aver passato le prove in Europa, devono passare anche quelle in America. Col Ttip i test Ue sarebbero validi anche in Usa – e viceversa – e non sarebbe più necessario il secondo passaggio sui test americani.
Un altro esempio di ricaduta pratica che arriverebbe dal Ttip: oggi le aziende europee che producono dolci freschi non possono esportarli negli Usa, perché le macchine per impastare Ue non rispondono alle specifiche americane. Col Ttip ci si potrebbe accordare perché la differenza nelle impastatrici non sia un ostacolo all’esportazione di torte e pasticcini.