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Il mostro Italicum nelle mani di Mattarella

Il giovane toscano tira la volata al suo Italicum, ma ci sono parecchi “ma”. Infatti il Presidente della Repubblica Mattarella, padre della legge elettorale che fu abrogata dal Porcellum, è anche membro della Consulta che dichiarò incostituzionale il Porcellum e dunque (anche se Renzi non lo vuole ricordare), paventando l’illeggitimità dell’attuale Parlamento che ha Mattarella proprio come Capo dello Stato.

Sono tra le persone che ritengono l’attuale schema spinto con forza dal renzismo, sufficientemente anticostituzionale presentando dei vizi Porcelliani. Cosa farà oggi Mattarella di fronte ad un testo che assomiglia troppo a quello bocciato da lui medesimo come giudice della Consulta? Se Mattarella lo dovesse ancora ravvisare e confermare ricordiamoci quali sono i poteri che la Carta conferisce al capo dello Stato: Mattarella potrà rimandare la legge alle Camere con un messaggio motivato, chiedendo una nuova deliberazione. Ma, secondo la dottrina prevalente, se il Parlamento dovesse riapprovare lo stesso testo, il capo dello Stato sarebbe costretto a promulgarla.

E’ utile ripercorre testi alla mano sia dell’Italiacum sia della sentenza scritta dai giudici della Corte del 2014 che confermarono rispetto al Porcellum tutti i profili di illegittimità relativi alla rappresentatività delle assemblee e alla libertà di uguaglianza del diritto di volto come il più fondamentale dei diritti limitando a beneficio della governabilità. Ma con un iperpremio di maggioranza e un ballottaggio la sicurezza della maggioranza c’è e perché prevedere le soglie? L’Italicum punta ancora una volta a una semplificazione forzata del sistema politico che NON è un FINE COSTITUZIONALMENTE rilevante e bilanciabile con il voto, anzi contrasta fortemente con l’art 49 della Costituzione. Così come i capilista bloccati e le candidature plurime non rappresentano una libertà di voto mentre con il Mattarellum c’erano due voti separati quello di collegio e quello proporzionale con lista bloccata alla Camera.

La legge elettorale vale per la Camera ma non per il Senato perché è un Senato di nominati e così si colpisce e si annienta il principio di rappresentanza dei cittadini e si aggravia il vizio sistemico, anche perché per la rappresentanza di genere e dunque l’equilibrata presenza non solo di candidature ma di eletti sia maschili che femminili, si profila un Parlamento di cravatte e così arriveremo ad un governo molto maschile padrone del parlamento, grazie alla ghigliottina prevista nella riforma. La Costituzione serve a limitare il potere, non a ingigantirlo a danno della partecipazione democratica. Siamo così nelle mani coscienziose del Presidente Mattarella rispettoso della Carta e dei valori che la fondano.

Il capo dello Stato ha un peso inversamente proporzionale a quello dei soggetti politici e dunque siamo evidentemente in una situazione politica confusa e opportunista in cui solo Mattarella ci può salvare, bloccando l’Italicum monstre, sciogliendo le camere rimandando al voto con l’attuale sistema ovviamente corretto dalla sentenza della Corte.

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