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Isis, tutta la guerra ai patrimoni archeologici

Continua la distruzione del patrimonio archeologico per mano dello Stato Islamico. Questa volta i jihadisti hanno smantellato il centro archeologico di Nimrud (nella foto) al nord dell’Irak, che data XIII secolo a.C. La novità è l’uso di macchinario pesante e attrezzi militari, come i bulldozer, per facilitare l’azione. La denuncia è arrivata dal ministero del Turismo e Antichità iracheno: “Così militanti (di Isis, ndr) continuano a sfidare le volontà del mondo e i sentimenti dell’intera umanità”. È stata chiesta una riunione di urgente al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

IL VIDEO DELLA DISTRUZIONE

Intanto, aumenta la preoccupazione delle autorità locali per l’allargamento delle azioni di Isis contro il patrimonio storico della regione. Alla fine di febbraio l’organizzazione terrorista ha diffuso un video prodotto dalla tv Al Hayat Media Center nel quale spiega come e perché hanno distrutto le statue del Museo storico di Mosul, alcune di loro del VII e VII a.C.

ORDINE DI ALLAH

Il profetta ci ha ordinato disfarci dele statue e le reliquie. Loro hanno fatto lo stesso quando hanno conquistato Paesi nel suo nome”, spiega nel video un jihadista di Isis. Nelle immagini ad alta definizione si vede come i terroristi fanno cadere al suolo una statua e la colpiscono con martelli e trapani. Le opere distrutte appartenevano al Museo delle antichità di Mosul, ora sotto il controllo di Isis.

Namrud è un tesoro archeologico dell’epoca mesopotamica ed è un simbolo importante nella Bibbia, dove è conosciuta come Kalakh. È stata capitale di Asiria, vicino al fiume Tigris, al sudest di Mosul, e le prime popolazioni sono arrivati circa 4mila anni fa.

DEGRADO CULTURALE

Secondo un rapporto dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Unitar), la guerra in Siria e le azioni criminali di Isis hanno distrutto circa 24 luoghi culturali, tra cui monumenti con più di 7mila anni. Le immagini satellitari confermano i danni. Tra i centri più colpiti ci sono il centro storico di Aleppo e la Moschea della città, dove riposano i resti del profeta Zaccaria con data del VIII secolo.

Identica situazione nella città di Damasco e nella Fortezza dei cavalieri, a 65 chilometri da Homs, anche questi luoghi classificati Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. La guerra ha anche inabilitato la zona di Raqa – oggi sotto il controllo dell’organizzazione jihadista Stato Islamico – e la zona di Palmira, uno dei destini turistici della Siria prima del 2011.

MERCATO DELL’ARTE

I bombardamenti di Isis hanno distrutto i minareti della Moschea di Amar bir Yasir e Oweis al Qarni, luogo di pellegrinaggio sciita in Iran, Libano e Irak. Questi 24 luoghi sono distrutti nel 75 e il 100% della totalità, mentre altri sono danneggiati tra il 30 e il 50%. Circa 85 luoghi sacri hanno avuto un danno moderato, tra il 5 e il 30%. “Saccheggi e bombardamenti colpiscono costruzioni e siti culturali e minacciano significativamente l’eredità delle strutture e oggetti culturali”, si legge nel rapporto di Unitar. Ma la preoccupazione maggiore è che il commercio dell’antiquariato sta diventando una delle principali fonti di finanziamento dell’Isis.


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