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Come celebrare la Giornata europea dei Giusti

Il convegno La memoria del bene e l’educazione alla Responsabilità, che si è tenuto la sera del 3 marzo prezzo Palazzo Cusani a Milano, ha aperto la celebrazione della terza Giornata europea dei Giusti. Sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Corpo Consolare di Milano e della Lombardia ha assistito agli interventi di Michele Valensise, segretario generale della Farnesina, Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, e di Gabriele Nissim, cofondatore e presidente di Gariwo, associazione promotrice della Giornata.

“Ci sono dei valori irrinunciabili: la libertà, la fraternità, l’uguaglianza, la solidarietà”, ha detto Giuliano Pisapia, sindaco di Milano: “Io credo che essere qui, a ricordare la Giornata europea dei Giusti, e così ricordare chi è un esempio per noi e per chi arriverà dopo di noi, è veramente importante. Farlo con il Corpo Consolare, i rappresentanti di tutto il mondo, non solo è un onore, ma diventa una potenzialità e una capacità di dialogo e di conforto che ci aiuterà a superare i momenti difficili che stiamo tutti affrontando”.

Massimo Baggi, Console Generale e Decano del Corpo Consolare di Milano e della Lombardia, ha auspicato “che le celebrazioni di questa Giornata dei Giusti sia per tutti noi uno stimolo, per continuare ad agire contro ogni tipo di esclusione e favore della diversità”.

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha detto: “Credo che mai come oggi il significato e l’insegnamento dei Giusti siano attuali e importanti. I Giusti del passato possono rappresentare uno stimolo per non arrendersi o rassegnarsi, per ricordare sempre che anche un singolo uomo può cambiare il corso della storia. L’eredità di Moshe Bejski, raccolta anche dalle istituzioni europee, insegna che non occorre essere eroi, o diventare martiri, per combattere il male, e che non esistono barriere di credo politico o ideologico o religioso per essere Giusti: si è Giusti con azioni semplici e quotidiane; si è Giusti se si pone al centro del proprio mondo l’uomo; si è Giusti se si assume la difesa del Bene come un dovere, una responsabilità da coltivare e nutrire ogni giorno, proprio come gli alberi che sono stati piantati nei Giardini dei Giusti da Gerusalemme a Milano. Come governatore di una Regione che ha dato i natali a uomini Giusti (ricordo un solo nome, Giorgio Perlasca), assicuro il sostegno mio personale e della Lombardia alla promozione della memoria dei Giusti”.

Memoria, ha sostenuto Ferruccio de Bortoli, che deve essere “attiva, non retorica. La memoria, purtroppo, è fragilissima. Ed è ancora più fragile nel momento in cui noi disponiamo di mezzi di comunicazione formidabili, che ci rendono ogni giorno tutti testimoni di quello che accade nel mondo. Io noto che nel mondo multimediale noi ci accendiamo di interesse e illuminiamo con una luce particolarmente intensa un pezzo piccolo della geografia del mondo, e poi quella luce si spegne all’improvviso, e dimentichiamo di tutto quello che è accaduto. E così avviene anche nella rete: la rete è un grandissimo strumento di democrazia, ma è uno strumento che a volte segue delle onde, delle mode, dei pensieri unici. E spesse volte, troppe volte, semplifica la realtà, crede a visioni complottistiche, in qualche modo colpisce il diverso, reitera teorie negazioniste o antisemite. Io credo che proprio di fronte a quello che vediamo accadere anche sulla rete, e che ci preoccupa, ci debba essere un maggior impegno civile e culturale per far sì che i Giusti non vengano sopraffatti ancora una volta”.

Il legame con l’attualità è stato sottolineato da Gabriele Nissim: “Oggi abbiamo un fenomeno nuovo, che io penso sia sbagliato considerare come un prodotto di per sé religioso: noi abbiamo oggi un integralismo omicida di tipo nuovo, che ha creato qualche cosa su cui ci dovrebbe essere una alleanza, un’alleanza tra le forze di cultura occidentale, ma che nasce anche all’interno del mondo arabo – pensiamo al giovane Ahmed Merabet, pensiamo a Lassana Bathily. La battaglia sarà lunga e difficile, ma noi dobbiamo sostenere tutti coloro che nel mondo arabo e musulmano lottano per i diritti umani – dobbiamo farli conoscere. Dobbiamo sostenere questi uomini, che sono nascosti e che non conosciamo: conosciamo quelli di Parigi, ma ce ne sono tanti nel mondo musulmano che non consociamo”. Commenta Antonio Ferrari, scrittore ed editorialista del Corriere della Sera: “Gariwo ha lanciato una sfida, e qua devo ringraziare Gabriele Nissim, perché ha saputo trasformare la figura del Giusto in una figura trasversale, una figura globale, in una figura di tutti, che possa essere di tutti. Il Concetto di Giusti è andato avanti; quest’anno, centesimo anniversario del genocidio armeno, i nuovi cippi verranno dati a tre musulmani, di cui uno è un musulmano turco che salvò tanti armeni. E gli altri sono testimoni del presente, vittime del presente, siriane. Poi Rocco Chinnici, quindi un Giusto che ha combattuto la mafia, e poi altri ancora”.

L’invito è quindi aperto a tutti, il 6 marzo presso il Giardino del Monte Stella di Milano, così come in diverse città italiane e in Europa, a celebrare insieme le figure dei Giusti: uomini e donne che in ogni parte del mondo e in diversi momenti della storia si sono distinti nella difesa dei diritti umani e della dignità, contro la discriminazione, la violenza, la sopraffazione. Figure che, soprattutto nel contesto attuale, ancora ci ricordano che ognuno di noi è potenziale “argine contro il male”; un modo di ringraziare per questa grande eredità morale, che merita di essere celebrata e nutrita.


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