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Mille e più per far rinascere il socialismo di sinistra

Mille e più audaci vogliono, sulla scia di Syriza e Podemos evocati dalla coalizione sociale del leader della Fiom, Maurizio Landini, far rinascere il socialismo, togliendolo dall’annullamento operato dal Pd, ed in particolare il socialismo di sinistra, diretta emanazione del ben più noto socialismo rivoluzionario che nel ’69 appassionò l’intellettuale francese Gilles Martinet tanto che ne fece l’oggetto principale del fortunatissimo best seller La Conquista dei poteri.

L’appuntamento del rassemblement socialista per riunificare, dice il documento preparatorio, in una sola soggettività organizzata, tutto l’universo delle associazioni socialiste interne e esterne al Psi che vogliono contrastare ogni forma di annullamento del Socialismo italiano nelle file del Pd e che intendono partecipare autonomamente, con la propria identità, al progetto della costruzione di una nuova Forza della Sinistra italiana, è in programma il 29 marzo all’Auditorium della Cgil nella storica via dei Frentani a Roma.

Sarà per un eccesso di zelo e pudore o per un senso di colpa perdurante nel tempo che non compare nel documento preparatorio dell’assemblea, messo a punto da due esponenti della minoranza del Psi, Franco Bartolomei e Alberto Benzoni, dall’ex-sindacalista Cgil, Giovanni Rebechi, della Rete dei socialisti e da Felice Besostri del Gruppo di Volpedo, il nome di chi con Bruno Trentin, Vittorio Foa e Pietro Ingrao, fu il protagonista, suo malgrado, dell’idea ripresa da Martinet, del socialismo rivoluzionario: Riccardo Lombardi.

Dell’Ingegnere acomunista, azionista prima socialista poi e laico, aleggia dunque il fantasma a entusiasmare o turbare gli animi affranti di quanti ancora credono ancora in un sussulto della sinistra, proprio nel 70esimo della Liberazione, di cui Lombardi fu uno dei protagonisti più attivi tanto da esser il primo prefetto di Milano liberata militarmente, non culturalmente, dal nazi-fascismo che sta riprendendo vigore non solo in Italia ma in Europa sotto le vesti dei populismi misti a razzismo, antisemitismo e xenofobia.

E il fantasma del leader indiscusso della sinistra socialista, che sognava una società più ricca perchè diversamente ricca per riformare strutturalmente il capitalismo divenuto troppo costoso per l’intera umanità, è riapparso prepotentemente sul rassemblement delle tante e disperse associazioni socialiste che riporta alla straordinaria Epinay del lontano 1971 quando dalle e sulle ceneri della morente Sfio nacque il Psf di Francois Mitterand.

L’obiettivo ambiziosissimo dell’imminente rassemblement è ricostruire un nuovo tessuto di alleanze con tutte le forze politiche, tendenzialmente ispirate da impostazioni politiche e culturali proprie della tradizione del Socialismo di Sinistra per definire, implementare un nuovo progetto di modello di sviluppo e di crescita così da dar vita a una alternativa di governo della Sinistra.

Dalle adesioni in forte crescita, favorite anche dall’ennesimo impressionante scandalo sugli appalti che vede coinvolto con l’ormai ex-Ministro delle Infrastrutture, l’ex-Dc ed amico di Cl, Maurizio Lupi, l’attuale segretario del Psi Riccardo Nencini, dovrebbero esser alcune migliaia di socialisti, diversi ex-sindacalisti della Cgil e della Uil, a rispondere all’appello, ma pure non socialisti, come l’ex-Pci e Ds, Cesare Salvi e Enzo Marzo, il direttore di Critica liberale.

Sarà un mero sussulto d’orgoglio socialista limitato nel tempo oppure l’avvio di un processo di riunificazione finalizzato alla costruzione di una nuova Forza di Sinistra? Difficile, per ora, far previsione e pronostici: certo, la situazione generale di sbandamento per una rilevante e lunga crisi d’identità della sinistra lascia qualche chance di successo.

Chances di successo che potrebbero crescere qualora si avesse il coraggio di caratterizzare il progetto culturale e politico su una questione lasciata in sospeso, elusa: la laicità. Un tema, la separazione tra Stato e Chiesa, che ha visto i socialisti di un tempo andato in prima fila – e Lombardi fu un intransigente oppositore dell’art.7 della Costituzione, che elevò appunto a norma costituzionale i Patti Lateranensi del ’29, voluto dal Pci di Palmiro Togliatti in combutta con la Dc di Alcide De Gasperi e le destre, sotto la regia della Chiesa – ma poi, via via, sempre meno attenti, fino a derubricarlo.

E nel documento preparatorio dell’assemblea nazionale del 29 marzo al tema non si fa alcun cenno: e’ una grave forma di annullamento della laicità da contrastare prima possibile, una lacuna da colmare senza equivoci perchè nessuna coalizione sociale come nessun progetto di alternativa al modello di società dominante, forgiato sulla trilogia della terza via di Tony Blair socialista, cristiana, liberale, assunta dal gotha del Pse e dal Premier Matteo Renzi, possono esser affidabili, credibili e praticabili.


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