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Obiettivi e sfide dell’industria termale

Relazione tenuta nel corso dell’assemblea di Federterme (qui il resoconto).

Sono 376 le aziende termali italiane (comprese quelle che disponendo di uno o più stabilimenti esercitano come attività principale la ricezione alberghiera); il 40,7% è ubicata al Nord-Est, il 36,2% nel Mezzogiorno, il 15,1% al Centro e l’8 % nel Nord-Ovest.

Nel 2014, si è registrato un modesto ma significativo incremento di mezzo punto di aumento dei clienti  degli stabilimenti idropinici e idrotermali, in leggero aumento sul 2013 ma è cambiata la loro età media. E’ scesa al 47% la quota degli anziani (cioè delle persone con almeno 65 anni di età) mentre è salita la quota dei bambini e ragazzi fino a 17 anni, 10%, e al 43% quella degli adulti, da 18 a 64 anni. Segno evidente che anche fra le generazioni più giovani , dove si avverte sempre più il bisogno di mantenersi in buone condizioni di salute, di prendersi cura del proprio corpo e di trascorrere un periodo di relax in un ambiente diverso da quello abituale, si riconoscono le terme come il posto giusto per risposte appropriate di salute e di socializzazione.

Le donne (con un 54% del totale) continuano a rappresentare la componente più rilevante della clientela anche se di recente il divario tra i due sessi si è ridotto in misura apprezzabile, soprattutto per effetto delle strategie di marketing e di diversificazione dell’offerta adottate dagli stabilimenti termali (ascolto della domanda, politiche di prezzo differenziate, utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, disponibilità di pacchetti differenziati rispondenti ad esigenze diverse).

A fine 2014 si sono registrati segnali di ripresa delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale (che sono gratuite, con ticket ed esenzioni) con indicatori di inversione di tendenza,  rispetto alla caduta a picco di 14 milioni 832 mila registrata nel 2013 e rispetto ai 17 milioni e 560 mila del 2010.

Il 40 % delle prestazioni 2014 sono state assorbite dalle imprese termali delle regioni del Nord-Est,  il 32% da quelle del Mezzogiorno, il 17 % da quelle del Centro e il rimanente 11% da quelle del Nord-Ovest.

Le inalazioni e i fanghi+bagni costituiscono i due più importanti cicli di cura (con il 58,9 e il 19,6 % delle prestazioni accreditate) seguite dalle prestazioni per la sordità rinogena, per la calcolosi delle vie urinarie, per le flebopatie croniche etc…

Tra le prestazioni per il benessere psicofisico della persona, cresce la domanda di massoterapia (in linea con i risultati delle indagini  l’ISTAT sulle terapie naturali) che registra la soddisfazione per i benefici ricevuti dell’83% delle persone (con valori massimi per entrambi i sessi nella classe di età tra i 45 e i 54 anni).

Jannotti Pecci ha sottolineato che il sistema termale del nostro Paese ha rilevanti  potenzialità che  può esplicare per il Servizio Sanitario Nazionale (in particolare con la riabilitazione termale), in relazione anche a nuove esigenze e fabbisogni di segmenti specifici di assistenza sanitaria (quali la cosiddetta medicina del territorio) con un significativo contributo atteso al rilancio delle economie territoriali.

A partire dal 2008, il settore termale ha sofferto gli effetti della crisi che ha compresso attività e consumi delle famiglie anche sanitari ma bisogna continuare ad avere fiducia pensando anche all’effetto moltiplicatore che le terme hanno per l’economia dei territori dove ogni euro speso per cure termali ne genera altri undici.

I ricavi totali del settore – calcolati al lordo del ticket sui cicli di cura e delle imposte gravanti sulle vendite – ammontano (nel 2013) a 745,3 milioni di euro (rispetto agli 810 del 2008).

Federterme è consapevole dell’impegno richiesto dal Servizio sanitario nazionale e  di poter e dovere continuare a svolgere in ambito Unione europea una funzione di leadership nel campo delle cure termali, grazie alla reputazione riconosciuta, alla qualità dei servizi sanitari specifici assicurati, alla disponibilità di acque con caratteristiche salutari e terapeutiche  diverse e specifiche, vera e propria ricchezza del patrimonio naturale idrico termale nazionale.

Anche nel 2014 è proseguita e rimane prioritaria l’attività a sostegno della ricerca scientifica termale, realizzato tramite la Fondazione FORST (oltre 6 milioni di euro raccolti e destinati ad attività di ricerca con bandi internazionali e con risultati pubblicati su riviste impattate – ha ribadito Jannotti Pecci- come anche il sostegno alle scuole di specializzazione per la medicina termale; in tale ambito si colloca anche il riconoscimento da parte della Organizzazione mondiale della Sanità del ruolo e delle valenze della medicina termale, inserita nelle Linee strategiche 2023, a seguito dello studio Hydroglobe realizzato da FoRST insieme a FEMTEC in collaborazione con OMS.

Federterme: serve un nuovo quadro regolatorio a supporto dell’impegno delle imprese

Il consolidamento della ripresa richiede un quadro di certezze e di cambiamenti quali:

– estendere l’esclusione dalla base imponibile ai fini IRAP anche il costo del lavoro relativo ai contratti conclusi per ragioni di stagionalità termale;

– ripristino delle prestazioni economiche accessorie di INPS ed INAIL per la riabilitazione degli invalidi e dei tecnopatici (cancellati dalla legge di stabilità 2015  a partire dal 1° gennaio 2016);

– realizzazione d’iniziative di medicina del territorio;

– attuazione della figura dell’operatore termale per realizzare occupabilità anche per i  giovani che intendono lavorare alle terme;

– realizzare un’estensione ulteriore del supporto della ricerca scientifica termale di FoRST per nuove opportunità di cura della persona (per malattie ed affezioni che interessano l’apparato osteo-articolare, respiratorio, gastroenterico, vascolare, ginecologico, urinario, cutaneo, etc…) ma anche a supporto culturale allo sviluppo e all’innovazione dell’attività delle imprese;

– approfondire la percorribilità di percorsi di collaborazione integrata e condivisa tra termalismo e assistenza sanitaria transfrontaliera, con l’obiettivo di sviluppare le valenze sanitarie e turistiche dei territori per la prevenzione, la riabilitazione, per nuovi stili di vita e benessere termale;

– revisione della legge di riassetto del settore (323/2000);

– ripresa delle iniziative per una partecipazione proattiva all’attività del Parlamento Europeo per realizzare misure coordinate per la qualità delle acque minerali di uso termale, standard autorizzativi omogenei anche per i percorsi formativi, criteri uniformi di rilevazione statistica, mettendo a disposizione il know how accumulato dal sistema termale italiano.


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