Nuova svolta nei rapporti bilaterali tra Stati Uniti e Venezuela. Il presidente americano Barack Obama ha firmato ieri un decreto con nuove sanzioni per sette funzionari del governo venezuelano di Nicolás Maduro. Secondo gli analisti, il documento ha un linguaggio inusuale e molto duro: per la prima volta le misure sono nominative e nel testo si dichiara lo stato di “emergenza nazionale” per la situazione politica venezuelana e si indica il Venezuela come una “minaccia per la sicurezza nazionale statunitense”. Ma perché?
CONTRO LA LIBERTÀ
Secondo il segretario del Tesoro americano, Jack Lew, sette membri del governo venezuelano hanno partecipato “all’arresto o processo giudiziario di persone che volevano esercitare il diritto alla libertà di espressione” e “in atti di violenza contro manifestanti dell’opposizione”. I sanzionati sono il comandante della Regione di difesa integrale centrale (REDI Central), Antonio Benavides Torres; il direttore della Polizia politica SEBIN, Gustavo González López; il presidente della Corporazione venezuelana di Guayana ed ex comandante della Guardia Nacional, Justo Noguera Pietri; il pubblico ministero Katherine Haringhton; il direttore della Polizia Nazionale Bolivariana, Manuel Pérez Urdaneta; il comandante della 31° brigata armata dell’Esercito, Manuel Bernal Martínez e l’ispettore generale delle Forze armate, Miguel Vivas Landino.
Per i senatori Robert “Bob” Menéndez e Marco Rubio deve essere incluso anche il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López, per avere ordinato la rappresaglia contro una manifestazione pacifica dove è morto uno studente di 14 anni per mano della polizia. A gennaio, il governo ha autorizzato per Gazzetta Ufficiale “l’uso di armi militari contro le manifestazioni a favore dell’ordine pubblico”.
PRIGIONIERI POLITICI
Nel comunicato stampa, la Casa Bianca ha chiesto “la liberazione di tutti i prigionieri politici, includendo decine di studenti, il leader dell’opposizione Leopoldo López (qui il ritratto di Formiche.net) e i sindaci Daniel Ceballos e Antonio Ledezma”.
Il governo americano ha accusato il presidente Maduro di violare la dichiarazione dell’Organizzazione degli Stati Americani “e altri strumenti fondamentali di democrazia e diritti umani”. Ha anche rimproverato al governo di “cercare di distrarre l’attenzione dalle sue azioni colpevolizzando gli Stati Uniti”.
PROCEDIMENTO LEGALE
Per Harold Trinkunas, direttore del programma America latina del Centro studi Brookings, queste dichiarazioni della Casa Bianca sono diverse da altri perché i funzionari sanzionati sono stati identificati.
Il procedimento legale è stato già applicato ad Iran, Siria e Birmania e ad altri regimi considerati da Washington ostili e pericolosi per la pace mondiale. Anche verso Ucraina, Sud Sudan, Repubblica Centroafricana, Yemen, Libia e Somalia sono state applicate misure simili. Secondo la Bbc quando il presidente degli Stati Uniti firma l’ordine nel quale dichiara uno stato di emergenza, ottiene una serie di poteri speciali per l’applicazione di sanzioni e il blocco di beni e proprietà in territorio americano.
PERICOLO REGIONALE
Oltre a bloccare una rete di corruzione venezuelana con base negli Stati Uniti, queste misure contribuiranno ad annullare possibili conflitti in America latina. La Casa Bianca ha lamentato come il Paese sudamericano si stia allontanando dagli Stati Uniti in un momento in cui la regione sta facendo il contrario. Ma secondo David Smilde del Washington Office on Latin America queste nuove sanzioni americane rafforzano la teoria del governo venezuelano di un intervento militare degli Stati Uniti in Venezuela.
LA REAZIONE DI MADURO
La risposta del presidente Maduro è stata immediata. E come al solito, trasmessa a rete unificata in radio e tv. “Il governo americano vuole farmi cadere. È questo il mandato. È l’anticamera di un intervento militare”, ha detto. Il presidente del Parlamento, Diosdado Cabello, ha detto che quello che l’amministrazione di Obama “sta pianificando, e dobbiamo dirlo, sono attacchi alla nostra terra, contro il nostro Paese, attacchi militari”.
L’annuncio delle nuove sanzioni americane è arrivato dopo che il governo venezuelano ha ordinato una riduzione del personale diplomatico degli Stati Uniti in Venezuela e imposto la richiesta di un visto speciale per chi vuole viaggiare nel Paese.
En breve hablaré a nuestra Patria,para responder con Dignidad,la Agresión y la Amenaza por parte del Gobierno Imperial de Estados Unidos…
— Nicolás Maduro (@NicolasMaduro) 10 Marzo 2015
PETROLIO IN SALVO
Il Washington sostiene che le sanzioni sono contro funzionari specifici e non contro i venezuelani. Non ci saranno conseguenze economiche contro il settore industriale.
L’importazione di petrolio non è inclusa nelle sanzioni. Il Venezuela è il quarto fornitore di greggio degli Stati Uniti e, anche se la produzione è calata negli ultimi mesi, l’acquisto di petrolio per il consumo interno negli Usa continuerà.