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Perché il ddl Cirinnà snatura l’istituto matrimoniale

Sono radicalmente contrario allo snaturamento dell’istituto matrimoniale, così come sono contrario a qualsiasi pratica che abbia come vittime i soggetti più deboli: i bambini e le donne. I figli non si pagano e gli uteri non si affittano.

Si vogliono equiparare le unioni gay al matrimonio, consentendo anche di accedere a meccanismi di filiazione innaturale, legittimando il ricorso all’utero in affitto.

L’opposizione a questa ulteriore forzatura operata da una lobby faziosa – con una maggioranza fittizia e improvvisata – che vorrebbe minare la nostra società scardinandone i valori fondamentali, che ne costituiscono l’asse portante, deve essere durissima e intransigente: come indica Papa Francesco, dobbiamo resistere all’ideologia del gender che egli stesso ha definito “un errore della mente umana”.

Le priorità che il Parlamento dovrebbe darsi sono ben altre: i bisogni concreti delle famiglie vere che fanno fatica ad arrivare a fine mese – anche per una tassazione fuori controllo – e, con fatica, crescono i propri figli, magari prendendosi cura pure di anziani non autosufficienti.

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