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Perché la produzione industriale delude. Report Intesa Sanpaolo

La produzione industriale è scesa a sorpresa a gennaio, di -0,7% m/m. E’ il primo calo dallo scorso mese di settembre. La variazione annua torna in territorio negativo, a -5,2% in termini grezzi e a -2,2% se corretta per gli effetti di calendario (da +0,1% di dicembre).

I RAFFRONTI

Il settore-chiave dei beni strumentali corregge di -1,8% m/m dopo aver trainato l’aumento di dicembre (+2,9%) e dopo essere cresciuto in ciascuno degli ultimi tre mesi del 2014. In calo anche beni intermedi e beni di consumo durevoli (-0,2% e -1,1% m/m rispettivamente), mentre l’energia rimbalza per il secondo mese consecutivo dopo cinque mesi di flessione.

I SETTORI

Lo spaccato per settore di attività economica resta misto. Torna a diminuire, da 8 a 4 (su un totale di 15), il numero di settori (manifatturieri e non) in ripresa su base annua. Di gran lunga il più brillante si conferma il comparto dei mezzi di trasporto, che anzi accelera ulteriormente a +16,1% a/a: da notare in particolare il +35,9% delle auto (si tratta del quarto aumento consecutivo a doppia cifra); si confermano in crescita anche computer/elettronica e le altre industrie manifatturiere (entrambi +4,3% a/a).

I PEGGIORAMENTI

All’estremo opposto, la tendenza peggiora sensibilmente per gomma e plastica (-10,2%) e tessile (-5,7%). Il segnale forse più negativo viene dall’inversione di rotta per macchinari e attrezzature (-5% a/a, da +8,6% di dicembre). Non a caso i comparti che mostrano una ricaduta recessiva a gennaio sono tra quelli più esposti all’export verso i Paesi extra-Ue, che è calato a sorpresa di -2,4% m/m (-3,5% a/a) nel mese; peraltro, visti i movimenti in corso sul tasso di cambio, è assai improbabile che tale tendenza venga confermata nei prossimi mesi.

DATO DELUDENTE

In sintesi, il dato sulla produzione industriale di gennaio è assai deludente e aggiunge rischi verso il basso sulla nostra stima di un PIL in crescita di 0,2% t/t nel trimestre in corso. Tuttavia, tipicamente i dati di dicembre-gennaio sono molto volatili in quanto condizionati dalle festività; in tal senso, ci aspettiamo un rimbalzo su base mensile a febbraio.

I SEGNALI DI FIDUCIA

In ogni caso, poiché i segnali dalle indagini di fiducia restano positivi e poiché soprattutto non si sono ancora visti appieno gli effetti benefici degli shock su prezzo del petrolio e tasso di cambio (quest’ultimo, accentuatosi decisamente nel mese di marzo), oltre che del QE appena avviato dalla BCE, confermiamo le nostre stime di crescita del PIL sia per il trimestre in corso che per l’intero 2015, e pertanto riteniamo che non sia appropriato parlare di ennesima falsa partenza per l’economia italiana.


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