Dopo essere scesi assai più del previsto a gennaio, i prezzi al consumo sono risaliti a sorpresa a febbraio, di 0,3% m/m. L’inflazione annua è salita a -0,2% da -0,6% sull’indice NIC ed è tornata in positivo (a +0,1% da -0,5%) in base all’indice armonizzato UE.
I MOTIVI DEL RIMBALZO
Il rimbalzo dei prezzi nel mese è spiegato in egual misura (per un decimo ciascuno) da tre fattori: 1) i rincari tariffari sul tabacco e sulle sigarette in particolare (+4,2%); 2) il rialzo nei trasporti (0,7%), dovuto sia al rimbalzo del prezzo della benzina dopo i cali dei mesi scorsi (+1,4%) che agli aumenti stagionali nei servizi di trasporto aereo e marittimo; 3) il secondo aumento mensile consecutivo di 0,6% dei prezzi alimentari, dovuto principalmente ai rincari stagionali dei vegetali freschi (+8,2%).
LA VERA DEFLAZIONE NON ARRIVERA’
In prospettiva, anche tenendo conto del fatto che alcuni dei rincari congiunturali che spiegano il rimbalzo di febbraio sono di natura una tantum (tabacco) o stagionale (servizi di trasporto e alimentari freschi), l’inflazione a nostro avviso potrebbe rimanere in territorio negativo ancora per qualche mese (almeno sul NIC). In ogni caso, il dato conferma quella che è da tempo la nostra ipotesi e cioè che per l’Italia il rischio di uno scenario di vera e propria “deflazione” fosse contenuto. Il graduale materializzarsi di una ripresa del ciclo (di cui si vedono segnali sempre più convincenti) non potrà che aiutare a ridimensionare ulteriormente i rischi deflattivi.