E’ una storia vecchia, perfino banale, quella di quando la donna si mette a fare l’uomo. L., la protagonista di questa storia, è un donnone giunonico, tanto espansiva nei modi quanto nel fisico in presenza di altri, tanto è introversa in privato, nella cerchia degli intimi. Da sempre alle prese con un piglio che la vuole sempre migliore, vinta dai lacci di un ideale borghese di stampo vittoriano che fortemente persegue, L. ha sempre rincorso.
E’ da un po’ che non ho più frequentato L. come prima. Fino all’altra sera, a cena da lei, dove mi sono accorto di quanto fosse cambiata. La rincorsa è giunta a un approdo che si è tradotto – fisicamente – in un appartamento grande e spazioso in una zona borghese. Di stampo vittoriano. Una di quelle che fa status.
Il fatto è che adesso L., che prima si sottoponeva allegramente allo scherno che riempiva i silenzi di convitati poco loquaci, oggi lo fa con tutta un’altra aria e sensibilità. Non c’è frase che non abbia il fallico intercalare e la sua risata, un tempo genuina, si è fatta più forzata, isterica, stridula. Aggressiva. L. non si schermisce più, foss’anche chinando il capo, di fronte a una battuta che un tempo avrebbe ritenuto pesante. Regge lo sguardo, ora, abituata com’è – si vede – a fare a cornate con gli uomini in ogni riunione di lavoro. Ma il suo è un atteggiamento deformato, deformante. Sproporzionato alla situazione di convivio di una cena. In qualunque conversazione, poi, la sua analitica attenzione, la stessa che mette nella pulizia che fa dell’amuchina il suo umore più intimo, si traduce in domande all’interlocutore che esigono una verifica di quanto detto, e che subito sono estese alla verifica degli altri commensali.
Il fatto è che, dopo questa cena, mi sono sentito come disperso in un girone dell’inferno dove, per contrappasso, all’opposto degli Ignavi che nell’Antinferno sono costretti a seguire una bandiera visto che in vita per vigliaccheria non hanno perseguito nessun ideale, ero costretto a non perseguire nulla. Perché, in fin dei conti, ogni nostro interlocutore non è altro che uno specchio.
Quando la donna fa l’uomo
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