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Telecom Italia, che cosa hanno detto Patuano, Sassano, Giacomelli e Cardani

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La relazione annuale dell’Organo di Vigilanza sulla Parità di Accesso è un momento di incontro ma non esattamente di confronto tra l’Autorità delle Comunicazioni, Telecom Italia e almeno uno dei suoi competitor, in questo caso abbiamo sentito la voce di  Wind.

E infatti così è stato. L’evento si è svolto nella cornice dell’Ara Pacis: in platea sedevano alcuni Ceo, gomito a gomito con i vertici dell’Autorità, ed i lobbisiti di prima linea di Telecom Italia e di Vodafone. In piccionaia invece stavano seduti i giornalisti e alcuni regolamentaristi piuttosto distratti e assonnati.

CHA HA DETTO SASSANO?

Il Presidente dell’OdV si è limitato a declamare la relazione che gentilmente ci è stata fornita in anteprima all’ingresso dalle hostess. Cartella rossa, penna scarlatta con logo, collarino rosso identificativo, sembravamo tutti pronti per entrare nel paddock della Ferrari. La relazione integrale stampata su carta pregiata, un blocco notes che forse nessuno ha usato e un prezioso saggio di pensieri di Sassano tutto da leggere prima, durante e dopo la diretta. Al termine del mandato il Professore, beneamato e stimato da tutti, ha rivolto i saluti e ringraziamenti di prammatica. Le mosse dell’OdV sono nate da due tipi sollecitazioni esterne: dall’AGCom in primis quando li ha coinvolti nelle analisi di mercato ed in quelle congiunte con l’Antitrust. Altre sollecitazioni sono arrivate da Fastweb soprattutto quando c’era da curare i mal di pancia dovuti ai famigerati “KO tecnici” (in pratica mancata attivazione di clienti degli altri operatori per centrale satura o altre cause) oltre che i malfunzionamenti del sistema di CRM che serve per fare gli ordini all’ingrosso.

Dice Sassano che i problemi sono diminuiti (da quando c’è lui) almeno sotto quel versante, anche se ci sono ancora margini di miglioramento, ma in generale rassicura che va tutto bene. Il Prof. rivendica pure i suggerimenti che ha dato all’AGCom sui temi dell’equivalenza, e su tematiche regolatorie studiate e ristudiate anche in una serie di summit internazionali dedicati. Bravo. Applausi. Consensi. Si meriterebbe quasi un altro mandato, ma peccato che gli impegni vincolanti (per adesso) non lo prevedano. Cambieranno gli impegni?

CHE HA DETTO GIACOMELLI?

Il Viceministro Antonello Giacomelli è un vero politico che parla da politico e si atteggia da politico: ha altri impegni in agenda, chiede di parlare per primo, fa il comizio a braccio e se ne va.  “E’ la prima volta che c’e’ un piano nazionale che esce dalla settorialità coordinato da palazzo Chigi; è la prima volta che c’è un piano ambizioso che fa della rivoluzione digitale il perno dello sviluppo ed è un piano che conta sulla collaborazione tra pubblico e privato”. Come se il piano del suo predecessore Paolo Romani, non fosse mai esistito. Parla tutto il tempo come se un documento che si chiama “Strategia” avesse la valenza anche di un “Piano” (ma senza timeline, todo, tasks, decreti attuativi qualcosa ancora manca). Le parole sono importanti. Chi la deve fare la rete in fibra? “Da solo il pubblico non ce la fa” dice Giacomelli. Forse è stato un lapsus. Voleva dire che i privati da soli non andranno mai a coprire le aree in digital divide o voleva invece dire che quelle stesse aree non si possono cablare solo con i soldi dello Stato? Ah, saperlo!

CHE HA DETTO IBARRA?

Il CEO di Wind è l’uomo del momento: ha appena portato a casa l’affare delle torri con Albertis e guadagna il palco con passo sicuro. Proprio per questo dal suo speech ci aspettavamo qualcosa in più. E invece ecco la solita slide sulle asimmetrie regolatorie tra le Telco e gli Over The Top. Un leitomotiv che sentiamo ripetere da almeno tre anni e che nella giornata della parità di accesso onestamente c’entra poco. A meno che il nuovo incumbent non sia proprio Facebook e Whatsapp e allora, ancora una volta, la sede non è molto azzeccata per esporre lamentele. Ibarra torna sull’ipotesi del “condominio litigioso” con “l’idea di poter unire le forze, visto che gli obiettivi sono comuni (…) per dotare il paese di quella infrastruttura digitale necessaria alla crescita e allo sviluppo dell’Italia”. Il Presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, seduto in prima fila, ha per un attimo distolto gli occhi dal cellulare. Ben nota infatti è la sua posizione sul tema.

CHE HA DETTO PATUANO?

Marco Patuano è l’unico ad essere dispiaciuto per l’assenza di Giacomelli a cui avrebbe detto volentieri in faccia che si, Telecom Italia è pronta a fare la sua parte (e la farà da sola?). Ed ha rivelato la sua identità di vedute con il prof. Sassano che chiama in modo amicale “Antonio”. Non è un caso che i due si trovano uniti sulla posizione dell’Equivalence of Output (piuttosto che EoI) anche se con qualche distinguo per come è uscita “rafforzata” sulle delibere dell’Autorità. “Mi riferisco, in particolare, alla richiesta dei Agcom di ‘rinforzare’ gli Sla e ‘aggiornare’ le relative penali proprio nelle aree in competizione infrastrutturale; aree in cui la presenza di offerte wholesale degli operatori alternativi dovrebbe, invece, consentire di lasciare al mercato la garanzia di adeguati livelli di qualità, incentivando ulteriormente la concorrenza anche su questi parametri di servizio”.

CHE HA DETTO CARDANI?

Il Presidente dell’AGCom Cardani si sente (testuali parole) come tra l’ippopotamo e il fiume, quindi si mette sopra le parti per non esserne travolto. Eppure a quel fiume Cardani parla e dice: “Date a Cesare quel che è di Cesare ed a Giacomelli quello che è di Giacomelli”.  il riferimento è  al Piano per la Banda larga del Governo “è uno sforzo che raramente abbiamo visto prima. Anzi è uno sforzo mai visto. A cosa porterà vedremo”. Parla anche all’ippopotamo Cardani e dice: “Lo sviluppo graduale della fibra può essere una soluzione accettabile”. Accettabile. Come dire che visto che non si può imporre il fiber to the home per decreto, allora meglio lasciare le cose come stanno.

 

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