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Unioni civili, La Manif Pour Tous Italia: “Il ddl Cirinnà rottama la famiglia”

La commissione Giustizia di palazzo Madama, ha approvato ieri come testo base per i ddl sulle unioni civili, il testo presentato dalla relatrice Monica Cirinnà (Pd). La votazione si è conclusa con 14 voti favorevoli, 8 contrari e un astenuto. Hanno votano contro, Forza Italia, Ncd e Lega. Il documento approvato regola i diritti su eredità, alimenti e adozioni.

Un primo passo quindi c’è stato. Ma un primo passo riguardo a cosa? Il testo appena approvato tende ad equiparare le unioni gay al matrimonio. Ma non è tutto, se il testo dovesse un giorno diventare legge, si aprirebbe la possibilità per due omosessuali di ricorrere alla “stepchild-adoption”, che legittima anche l’utero in affitto.

Proprio ieri, poche ore prima del voto, La Manif Pour Tous Italia ha annunciato al Senato una mobilitazione generale contro tale provvedimento. E’ bene ricordare che la Corte Costituzionale non ha imposto di riconoscere l’unione di fatto in sé, incidendo inevitabilmente sulla disciplina matrimoniale, ma di riconoscere i diritti individuali dei suoi componenti, cosa che la legislazione attuale in gran parte già fa. Del resto la consulta si era già espressa nel 2010 (sent. 138/2010): “le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio”.

Secondo La Manif Pour Tous Italia, le unioni civili sarebbero un vero e proprio “Cavallo di Troia” per smantellare il diritto di famiglia -fondato sull’unione tra un uomo e una donna naturalmente orientata all’accoglienza e cura della vita-, e aprire così anche in Italia il mercato dei figli, ridotti a beni di consumo.

Per quanto riguarda la stepchild-adoption -l’adozione interna alla coppia-, l’associazione pro- family, la ritiene inaccettabile. Secondo l’avvocato Simone Pillon, consigliere nazionale del Forum della Associazioni Familiari e membro della Commissione per le Adozioni Internazionali presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, “le norme del ddl Cirinnà consentono ai giudici di superare agevolmente il limite della stepchild-adoption, permettendo a coppie di persone dello stesso sesso l’accesso a ogni ipotesi di adozione prevista dal nostro ordinamento. “Anche l’Austria aveva posto il limite dell’adozione interna – afferma Pillon – ma la giurisprudenza della Corte di Strasburgo non consente soluzioni a metà, o tutto o niente, e le Corti austriache hanno dovuto aprire alle adozioni gay. È la sorte che toccherebbe all’Italia se il ddl Cirinnà fosse approvato”.

Maria Cristina Maculan dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose ha denunciato il “totale degrado politico che da decenni riguarda la famiglia in Italia”. In particolare ha ricordato come secondo “i dati dell’Istat sulla povertà in Italia, le famiglie con almeno 3 figli in condizione di povertà relativa sono arrivate al 34,6%, mentre quelle in povertà assoluta sono arrivate all’8,3% con 3 figli, all’11,8% con 4 e al 22,1% con 5 o più”. Maculan invoca, in attuazione della Costituzione, una “riforma fiscale generale che tenga conto dei carichi familiari, la revisione dei sistemi tariffari, l’aumento degli Assegni Familiari, la revisione dell’ISEE, attualmente iniquo, e dei ticket sanitari per le famiglie numerose”. “Tra le soluzioni più urgenti – conclude Maculan – c’è quella che permetta alle donne di non rinunciare alla maternità e alla cura dei figli per l’impossibilità di conciliare con il lavoro quella loro ‘essenziale funzione familiare’ che la stessa Costituzione tutela all’art. 37”.

Conclude la discussione Filippo Savarese, portavoce nazionale della Manif Pour Tous, annunciando una mobilitazione generale dei circa 50 circoli territoriali, che porti ad iniziative di vasto e pubblico dissenso.



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