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Venti oligarchici, aria di guerra e doppi standard

Appare sempre più stravagante la coincidenza tra le interviste gemelle di George Soros su Repubblica e Mario Monti sul Guardian di martedì 24 marzo. Opinioni legittime, oltretutto il Soros aveva già impresso la sua linea e il suo disappunto anti europeo sull’Ucraina con una esplicita riflessione, firmata a due mani con B.H.Levy, sul CorSera di fine gennaio.

Colpisce la assoluta mancanza di reazione da parte della Commissione, i cui vari portavoce solitamente intervengono quotidianamente su tutto, ma anche l’assenza di commenti da parte di analisti, politologi, esperti di relazioni estere.

Il silenzio, sulle gemelle interviste che indicano nelle scelte politiche del popolo francese, uno dei maggiori pericoli per il futuro dell’Europa e nei limitati aiuti alla Ucraina un altro grave fattore di pericolo, non dovrebbe essere accettato. Il voto del popolo francese, il voto democratico espresso anche in altri paesi le scorse europee, non è la fonte del discredito delle istituzioni di Bruxelles.

Il voto, oltreché essere rispettato, dimostra come l’Europa e la sua Commissione abbiano perso credibilità negli ultimi anni. Scambiare la causa con gli effetti, o viceversa, non è mai dimostrazione di intelligenza né di trasparenza. Ovviamente quanto la situazione fosse trasparente a Kiev e quanto lo sia ora, oltre ai semplici fatti storici più volte ricordati in questo spazio, l’intervista dell’ex Premier Azov su ‘Il Giornale‘ dello stesso martedì 24 marzo ce lo ricorda molto bene.

Ahimè, a partire dalla memoria vivida di quei fatti e di quei morti di Kiev, dovrebbero alzarsi voci autorevoli su pericolosi ‘doppi standard’ che a livello internazionale vengono imposti, in totale assenza di risoluzioni Onu. Il recentissimo caso, dopo i frequenti e tragici errori degli Usa in Libia e Siria, della guerra civile in Yemen e ora dell’appoggio americano alla ‘coalizione’ guidata dalla Arabia Saudita in guerra contro una parte della popolazione yemenita, certifica la ‘legge del più forte e del più ricco’.

La conseguenza è certo la progressiva scomparsa del diritto internazionale e del ruolo delle nazioni unite. Tutto è conosciuto, inclusa la vicinanza tra paesi e regnanti del golfo con i Democratici e i Clinton, ciò non giustifica nulla. Anzi aggrava la situazione: perchè l’Iran non dovrebbe ora ufficialmente intervenire in Iraq e Siria, perché l’Egitto non dovrebbe invadere la Libia, perché l’Onu non dovrebbe prendere ufficialmente le parti degli sciiti o dei sunniti? O la Cina le isole preferite del mar del Giappone etc…

Siamo sicuri che il diritto, nato allo scopo di proteggere i deboli e gli indifesi, nei confronti dei potenti e dei ricchi, e la sicurezza di tutti noi potranno essere più al sicuro in un mondo nel quale i ‘plutocrati speculatori’ vengano incensati come filantropi, ‘economisti’ si preoccupino della democrazia e i ‘ricchi investitori internazionali’, interpretino i loro investimenti come salvacondotto per guerre e espansioni territoriali? Cosa ci possiamo attendere se anche nella ‘giornata dell’acqua’ ci si è dimenticati , ‘casualmente’, di ricordare che tre/quattro multinazionali hanno acquisito la stragrande maggioranza di sorgenti nel mondo e godono delle mille morti quotidiane?

Per l’Europa, oltre a Cuba, ci sono altre e pesanti responsabilità da assumersi.

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