“Tutti connessi, ovunque”. Mark Zuckerberg lo aveva promesso già un anno e mezzo fa, in occasione del lancio della fondazione Internet.org, la task force targata Facebook che riuniva i produttori di telefoni cellulari (Nokia, Samsung, Ericsson), i fornitori di infrastrutture di rete (Qualcomm, MediaTek) e browser (Opera) di ONG, accademici ed esperti del settore. L’obiettivo? Rendere disponibile l’accesso a internet ai 5 miliardi di persone che attualmente non ne possono usufruire.
CONTRO IL DIGITAL DIVIDE ANCHE NEI PAESI PIÙ SVILUPPATI
Ma adesso, l’enfant prodige della new economy vuole andare oltre. E ne ha dato un chiaro segnale durante il Mobile World Congress di Barcellona. Secondo quanto dichiarato dal vice presidente del progetto Chris Daniels, il programma Internet.org potrebbe non fermarsi alle economie di sviluppo – come da progetto iniziale – ma aggiungere ai suoi obiettivi quello di superare il digital divide che interessa l’utenza più giovane nelle aree economicamente più avanzate.
SERVIZI ONLINE IN COLLABORAZIONE CON OPERATORI MOBILI
Durante lo speech tenuto al MWC, Zuckerberg ha dichiarato di voler connettere gli altri 4 miliardi di persone, oltre i 3 che saranno online entro giugno secondo le stime attuali, ma offrendo servizi online in collaborazione con gli operatori mobili. «Il 90% della popolazione può essere raggiunta da un segnale Internet di vario genere, il problema è che solo un terzo di queste persone si connette effettivamente», ha spiegato “Mr. Fb”. In realtà in Italia e in altri 13 Paesi un primo tentativo in questo senso è già stato fatto lo scorso anno, quando Facebook ha stipulato un accordo con alcuni operatori di telefonia mobile per permettere agli utenti di utilizzare Facebook Messenger con accesso free al traffico dati.
L’ACCENNO A UNA COLLABORAZIONE CON GOOGLE
Proprio considerando le critiche che gli stessi hanno riservato al progetto, dal palco di Barcellona un informale Mark Zuckerberg in t-shirt e jeans ha usato toni concilianti sul tema: «Gli operatori mobili connettono il mondo, non Facebook» e ha sottolineato come gli esperimenti di Internet.org in diversi Paesi, ultimo in ordine di tempo l’India, non stiano cannibalizzando i ricavi degli operatori di tlc. «Abbiamo diverso feedback che indica il contrario», spiega. E a riprova di quanto sia forte la volontà di assicurare Internet per tutti, il magnate dei social network ha sottolineato di essere disposto a lavorare anche con Google, con cui peraltro aveva già attivato una collaborazione per il lancio del progetto in Zambia.
UN DISCORSO LIMITATO
Secondo quanto riporta Wired, nonostante i buoni propositi, Zuckerberg non è andato oltre il semplice ribadire l’importanza della crescita del numero di persone connesse per le casse degli operatori. «Un po’ perché il buon Mark non ha alcuna intenzione di dare lumi precisi sulla reale convenienza di Internet.org per gli operatori – si legge -. Un po’ per la presenza proprio degli operatori, che lo hanno raggiunto sul palco dopo un quarto d’ora e hanno spostato il filo del discorso verso il loro sostegno a Internet.org, pur senza risparmiare accuse neanche troppo velate all’invadenza di WhatsApp e Messenger nel loro campo (economico) d’azione».
Insomma, nessuna parola su modelli economici e proporzioni scrive anche Mashble, che si domanda: «Mr. Zucherberg, oltre a dire che le due sfide più grandi sono spingere la gente a connettersi e affrontare i costi di questa gigantesca quanto straordinaria operazione, intenderà aggiungere qualcos’altro a questa bella storia?».
LA POSIZIONE DEI COLOSSI DI TLC
Infatti, stando a quanto scrive il New York Times, i dirigenti del settore dicono che questo tipo di servizi Internet, che vengono utilizzati da miliardi di individui ogni giorno, per loro natura non sono costretti a investire in infrastrutture costose, al contrario di come devono fare loro. Alcuni operatori affermano anche che aziende come Facebook, che ora detiene una forte posizione nel settore della messaggistica online dopo l’acquisto di WhatsApp, «non sono sottoposte alle stesse norme severe degli operatori tradizionali». «Vogliamo la parità di condizioni» ha spiegato al Nyt Vittorio Colao, amministratore delegato di Vodafone, «questo in considerazione del fatto che Facebook ormai è diventata una delle più grandi aziende di messaggistica Internet nel mondo».
Ma c’è anche chi, come Christian De Faria, amministratore delegato di Airtel Africa, uno dei partner di Facebook, ha spiegato sempre ai microfoni del Nyt che inizialmente era scettico all’idea di aderire all’iniziativa Internet.org «Un anno fa, se mi avessi chiesto di Facebook, ti avrei detto che era come la bellezza e la bestia». Ma adesso, alla luce dell’incremento di traffico dati registrato negli ultimi mesi, dice: «Posso dire che la bestia è diventata più umana».