Ancora un anno, un anno e mezzo al massimo. Il tempo necessario per concludere la stagione delle riforme, dopodiché Area Popolare dovrà uscire dal governo. E’ la linea tracciata da Giuseppe Esposito, senatore salernitano del Nuovo Centrodestra nonché vicepresidente del Copasir, convinto che il futuro del nuovo soggetto politico nato in Parlamento dalla fusione dei gruppi con l’Udc non stia certo nell’alleanza con Renzi.
IL VERO PARTITO DI CENTRO
“Non dobbiamo spostare il nostro asse verso sinistra e nemmeno allearci con l’estrema destra anti sistema, ossia con chi si inventa certe battaglie solo per guadagnare lo 0,25% in più. Area Popolare deve diventare il vero partito di centro e dei moderati, altrimenti è condannata a essere una piccola forza utile solo a riciclare qualcuno”. In questa conversazione con Formiche.net, il senatore Esposito pronuncia parole chiare sul futuro del suo partito, all’indomani della defenestrazione di Nunzia De Girolamo da capogruppo alla Camera, sostituita dall’ex ministro Maurizio Lupi.
E’ FINITO IL TEMPO DEI LEADERISIMI
Proprio nel momento in cui il premier Matteo Renzi imprime una svolta carismatica e leaderistica al Pd, sulla falsariga di quanto fatto da Silvio Berlusconi nel centrodestra, Esposito avverte: “I partiti non devono essere più legati al nome di un leader, e lo dico senza alcuna critica nei confronti di Alfano. Occorre ripartire dai programmi e dalle idee, e su queste aggregare le forze”. E con Forza Italia che fare? “Il problema oggi è: quante Forza Italia ci sono? E’ un partito che sta implodendo. Ma ribadisco: serve un ragionamento sui contenuti, non sulle persone. Non mi interessa una lista Quagliariello, una lista Fitto o una lista Esposito, tanto per fare qualche nome”.
GOVERNO A SCADENZA
Nonostante i bocconi amari deglutiti dopo le dimissioni di Lupi, per Esposito “Area Popolare deve restare al governo, anche se per farlo si deve dare qualche pizzicotto e accettare cose che forse in altre condizioni non avrebbe mai accettato”. Tuttavia, la stagione delle larghe intese tra Pd e Ncd-Udc non è a tempo indeterminato. “Se Area Popolare riuscirà a diventare un partito di centro in dialogo con la destra moderata, finita la stagione delle riforme costituzionali e della legge elettorale, personalmente ritengo che si dovrà uscire dal governo”. Per quanto riguarda i tempi, Esposito calcola che ciò potrebbe accadere “tra un anno o un anno e mezzo, non subito, perché siamo in un momento particolare in cui il Paese ha ancora bisogno di stabilità e di portare a compimento il percorso riformatore avviato”. Il futuro però non è con Renzi. “Siamo una forza diversa dal Pd, il nostro DNA è completamente diverso da quello della sinistra, renziana o non renziana fa poca differenza. Dobbiamo essere alternativi alla sinistra, proprio come è nella nostra tradizione”.
IL NODO DELLE REGIONALI IN CAMPANIA
Un primo banco di prova per questo rilancio di Area Popolare secondo Esposito potrebbe arrivare proprio dalla Campania. Dove il senatore originario di Angri non ha dubbi: bisogna stare con il governatore uscente di Fi Stefano Caldoro. “L’ho già detto due mesi fa, non possiamo abbandonare gli attuali assetti e dopo una legislatura nella quale abbiamo governato dire che non ci va più bene niente – spiega -. Abbiamo fatto alcune cose, altre no. Dobbiamo sederci al tavolo con Caldoro e riprogrammare i prossimi 5 anni insieme a lui. Se ciò non fosse possibile, dovremmo intraprendere altre strade, ma sicuramente non andare a sinistra con De Luca. Siamo per alcuni versi anche orgogliosi di essere stati parte integrante del governo regionale, perché abbandonare tutto ora?”. L’importante, conclude Esposito, “è che l’accordo con Caldoro lo si faccia su un programma condiviso, e non sul leader. Non possiamo affidarci al potere ritenuto taumaturgico di una persona”.