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Tra Falkland e Malvinas non mettere la Russia

Articolo tratto da Nota Diplomatica

Tanto per dimostrare che il passato non finisce mai, l’Argentina e la Gran Bretagna hanno ripreso a rognare per il possesso delle Malvinas (a Buenos Aires)/Falkland (a Londra). In teoria, la nuova contesa per lo sperdutissimo gruppo di isolette nel sud Atlantico rinascerebbe a causa delle esplorazioni britanniche mirate a stabilire se esistono riserve commercialmente sfruttabili di petrolio sotto il mare adiacente l’arcipelago.

Nei fatti, quei progetti sono sospesi a causa del crollo dei prezzi petroliferi. L’Argentina però tende a scaldarsi per il tema Malvinas ogni volta che i suoi leader cominciano a cadere dal cuore del popolo e Cristina Fernández de Kirchner, il capo di Stato, non è mai stata così impopolare.

Mettiamo anche che la Russia, impegnata a spargere costernazione ovunque costi poco farlo, starebbe trattando la cessione in leasing al Paese sudamericano di 12 bombardieri a lungo raggio, nel caso che la sua (praticamente inesistente) forza aerea volesse bombardare qualcosa di molto distante.

Las Malvinas infatti distano circa 1500 km dalla terraferma. Il ministero della Difesa britannico ha annunciato che manderà nuove truppe nelle isole per rafforzare la piccola guarnigione rimasta lì dopo l’ultima guerretta tra i due Paesi nei primi anni Ottanta.


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