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Ecco come si sta gonfiando la bolla azionaria in Cina

OBOR, cina venezie

Letteralmente spaventosa la performance dello HSCEI (15% in 4 sedute!), il cui breakout ha prodotto il raggiungimento del primo target indicato in meno di 2 settimane. L’aspetto più surreale, ad una prima analisi, è che il rally mozzafiato dell’ultimo periodo (Shanghai raddoppiata da luglio 2014, HSCEI + 40% nello stesso periodo) e avvenuto a fronte di un costante rallentamento della crescita.

Ovviamente è un paradosso solo in apparenza, perché è evidente a tutti che sono state attese di stimolo monetario (in parte già mantenute) ad alimentare il movimento. Dopo lo scoppio della bolla del 2007, e 4/5 anni di lateralità, i multipli degli indici cinesi erano rimasti assai più indietro rispetto agli altri mercati, e questo connubio di valutazioni cheap e attese di intervento ha prodotto il nuovo trend. A renderlo parabolico ci ha pensato, come in precedenza, la particolare conformazione del mercato retail cinese, in grado di rovesciare sul mercato decine di migliaia di nuovi trading accounts alla settimana.

L’apertura delle connessioni tra le borse sta esportando la bolla. Difficile dire quanto puo’ continuare questo stato di cose (in particolare sullo HSCEI dove la fase euforica è “giovane”). Tra il 2006 e il 2007 Shanghai fece il 350%.

Peraltro il volo ha cancellato il valore dall’azionario locale, i cui multipli, raddoppiati rispetto all’anno scorso, si collocano sui massimi da 5 anni (dati e grafico di RBS).

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E questo senza contare il rischio di un rallentamento più brusco delle attese, una bolla sul credito da gestire e un settore immobiliare sempre più debole.

Con un’inerzia del genere e un robusto gap di performance con Shanghai, il movimento dello HSCEI probabilmente non finisce qui. Ma, nel breve, saltare sul trend con l’RSI daily a 88 sembra assai rischioso.

Meno esuberanti, ma ugualmente positive le performances di Europa e Giappone. Nuovo record dell’Eurostoxx, che, dopo aver rotto infine la resistenza in area 3750 ha superato quota 3800, gratificato da un € che ha ripreso a indebolirsi rapidamente contro $.

Discorso analogo per Tokyo, che ha scambiato fuggevolmente sopra 20.000 punti ma sta incorrendo, su quel livello psicologico, in qualche presa di beneficio, eventualmente agevolata da alcune dichiarazioni di esponenti BOJ secondo cui una stabilizzazione dello Yen sarebbe desiderabile (Umemori) o che un livello più corretto vs $ sarebbe 105 (il consulente governativo Hamada).

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