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Come far lievitare davvero l’occupazione

La disoccupazione torna a salire, nonostante le roboanti previsioni del ministro Poletti – peraltro già smentito a suo tempo a proposito di Garanzia giovani –: il sistema Italia è ancora sull’orlo del baratro, come dimostrano i dati sul tasso di disoccupazione che, dopo il calo di gennaio, è tornato a crescere portandosi al 12,7%, con una contrazione che ha colpito maggiormente donne e giovani.

Comunque si leggano, i dati Istat rappresentano una doccia fredda, soprattutto perché ci avevano preparati a ben altre prospettive, diffondendo tutti i giorni ottimismo, se non addirittura euforia.

Se non agganciamo la ripresa che inizia ad intravedersi in diversi Paesi europei, le ripercussioni per l’Italia saranno pesanti. L’occupazione non aumenta per decreti ma favorendo gli investimenti. Tra i nodi da affrontare subito: una seria riforma fiscale che contrasti le troppe tasse e i salari troppo bassi, una risoluta lotta agli sprechi con tagli reali alla spesa pubblica e una decisa ripresa degli investimenti che vanno favoriti con infrastrutture efficienti, rapidità della giustizia civile, una pubblica amministrazione funzionante.

La risposta ai problemi va cercata in un grande patto sociale tra governo e corpi intermedi: diversamente non potrà esserci un vero rilancio degli investimenti. Lo diciamo da tempo: le riforme si fanno confrontandosi con le parti sociali, non contro di esse.



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