Dallo scontro per stilare la lista dei nomi per i vertici della Fiera di Milano è il Pd ad uscirne con le ossa rotte. A fare le spese del tentativo di riconciliazione in atto degli equilibri all’interno della ricostituentesi compagine di centrodestra, Lega e Forza Italia in testa, in vista delle Comunali 2016, infatti, è stato il candidato ritenuto in quota Renzi per ricoprire la carica di presidente della Fiera. Così i dorsi milanesi dei principali quotidiani nazionali hanno ricostruito l’iter per la selezione dei nomi da inserire in lista, in vista della nomina prevista per l’assemblea del prossimo 27 aprile. Incarichi che “scottano”, non solo per i pesi politici in gioco, ma anche perché dalla Fiera di Milano transita il futuro del sistema fieristico italiano, un importante fetta del tessuto economico nazionale per tornare competitivi e crescere.
CHI HA DECISO I NUOVI VERTICI
Anche se, come ha fatto notare Libero, “è la Fondazione Fiera che decide di Fiera Milano Spa”, detenendo la controllante il 62,06% delle azioni della controllata, “la Regione ha voce determinante” in capitolo in quanto nomina il presidente della Fondazione Fiera, dopo aver sentito il Comune di Milano e le associazioni imprenditoriali. Quanto alla restante compagine azionaria di Fiera Milano, ci sono la Camera di Commercio di Milano (con il 6,82%), Bpm e Fondazione Cariplo (rispettivamente con il 2,74% e il 2,42% delle azioni), un 1,49% di azioni proprie e il restante 24,47% di azioni in mano al mercato (flottante).
CHI SONO I PRESCELTI
A spuntarla, alla fine, per l’incarico di presidente della Fiera di Milano è stato Roberto Rettani, capo dei chimici in Assolombarda, con un passato alla Montedison e incarichi di rilievo, tra gli altri, per il gruppo farmaceutico Zambon, del quale è stato amministratore delegato, e per Bracco Imaging. Per la carica di amministratore delegato, invece, la scelta è caduta su Corrado Peraboni, attuale direttore generale della Fondazione. Laureato in giurisprudenza, Peraboni è consigliere di amministrazione di Arexpo e ha compiuto un percorso professionale nell’ambito del sistema fieristico italiano e internazionale dopo un esperienza in Parlamento con Lega Nord.
I (NON) CANDIDATI DI FORZA ITALIA
In un primo momento, secondo una ricostruzione di Libero, la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, avrebbe provato a sondare una disponibilità dell’ex sindaco di Milano Letizia Moratti, registrando, tuttavia, “un’accoglienza tiepida” da parte di quest’ultima. Mentre per il Giornale, la più prestigiosa poltrona della Fiera era destinata a Cristina Rossello, quotato avvocato patrimonialista, che ha seguito anche la separazione di Silvio Berlusconi da Veronica Lario. Niente di tutto ciò. Forza Italia, si è dovuta accontentare di uno dei due posti da vicepresidente della Fiera per l’allora eurodeputata Pdl Licia Ronzulli, molto vicina al Cavaliere. Mentre il secondo è andato al confermato Attilio Fontana, leghista ed ex sindaco di Varese.
UNA NOMINA CHE RICOMPATTA IL CENTRODESTRA
In effetti, ha fatto notare l’Avvenire, “l’idea era quella di accontentare tutti, per evitare tensioni nel centrodestra, chiamato – anche su iniziativa del presidente della Lombardia – a una difficile ricomposizione per le comunali del 2016 a Milano”. E Rettani, “sponsorizzato dalla Camera di Commercio”, il cui presidente Carlo Sangalli è anche vicepresidente della Fondazione Fiera, è stato “sostenuto anche dal governatore Roberto Maroni”, ha scritto Repubblica.
LA SCONFITTA DEL CANDIDATO CHE PIACEVA A RENZI
A fare le spese della candidatura “a sorpresa”, secondo il Corriere, di Rettani, è stato l’amministratore delegato di Amplifon Franco Moscetti, l’uomo che avrebbe voluto Renzi, secondo Repubblica, che di lui ha scritto: “Era tra i partecipanti alla Leopolda e fortemente voluto dal presidente uscente di Fondazione Fiera Benito Benedini”.
Ma, ha ricordato il quotidiano di via Solferino, Amplifon è uscita “sbattendo la porta da Assolombarda”. Con il risultato di quella che, sempre secondo il Corriere, è risultata essere la “più clamorosa” delle bocciature, considerando il fatto che è proprio la Fondazione a controllare la Fiera. Tant’è. Nulla cambieranno gli strilli del Pd secondo cui il candidato è stato scelto “al ribasso”, mentre per Forza Italia “non è vero”.
E mentre la candidatura di Pier Andrea Chevallard per sostituire il numero uno uscente della Fiera Michele Perini è durata meno di una giornata, nessun dubbio c’è stato, invece, sul candidato chiamato a rimpiazzare l’amministratore delegato uscente di Fiera Milano Enrico Pazzali, che pure a Forza Italia non sarebbe dispiaciuto potesse continuare a ricoprire il suo incarico al comando della Fiera.
GLI ALTRI NOMI PER IL CDA
Entrano, infine, a comporre il cda della Fiera di Milano, oltre a Chevallard, Renato Borghi e Romeo Robiglio, riconfermati, anche Patrizia Rutigliano (Snam) e Joyce Victoria Bigio, in quota Comune di Milano. Federica Nolli ricoprirà il ruolo di presidente del collegio sindacale. Bocciato il nome del capogruppo di Forza Italia in Comune Pietro Tatarella.
QUALCHE ATTRITO TRA FONDAZIONE E SPA
Altra questione non da poco è il fatto che “le polemiche hanno approfondito il solco tra Fondazione e Fiera Spa, controllata e controllante”, ha scritto il Corriere della Sera, “un dissidio che ha radici profonde”. La Spa, infatti, “rinfaccia alla Fondazione la pretesa di un affitto considerato troppo alto (162 milioni in tre anni)”; mentre la Fondazione “è delusa dalla gestione della Spa” in questi anni.
IL ROSSO NEI CONTI DELLA FIERA
I numeri dicono, come riporta fedelmente la Reuters, che Fiera Milano chiude il 2014 con un risultato netto consolidato negativo per 19,1 milioni di euro, in peggioramento rispetto al 2013, mentre l’Ebit è pari a -18,8 milioni su ricavi consolidati di 245,5 milioni, stabile rispetto all’anno precedente. A volerla dire tutta, poi, la Fiera di Milano non è certo l’unica in difficoltà e ci si aspetta che nel 2015 possa tornare a crescere. Anche perché, altrimenti, un aumento di capitale potrebbe rivelarsi inevitabile.
PARTE IL WALZER DELLE NOMINE
Ma i vertici di Fiera Milano non rappresentano che il “primo tempo della partita delle nomine regionali”, fa notare il Corriere. “Il prossimo appuntamento è quello con Ferrovie Nord, dove favorito è il leghista Andrea Gibelli, attuale segretario e direttore generale di Palazzo Lombardia. A sostituirlo potrebbe arrivare un altro manager vicino a Maroni: Giuseppe Bonomi, ex di Sea e Alitalia”. Mentre per il vertice di Pedemontana si fa il nome di “Stefano Maullu, ex assessore regionale di Forza Italia”.