Non ci sono soltanto i vertici del gruppo Finmeccanica e di Ansaldo Sts a sostenere che il futuro in casa Hitachi dell’azienda attiva nel segnalamento ferroviario è foriero di investimenti e di ulteriore sviluppo. È quello che si rileva da un report della società di consulenza Frost & Sullivan.
LO SCENARIO
Con l’acquisizione da parte di Hitachi di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts, nasce il quarto polo nel settore ferroviario in termini di fatturato. Un’operazione positiva, in particolare, per lo sviluppo futuro dell’azienda di segnalamento: Finmeccanica non avrebbe avuto le risorse necessarie per permetterne lo sviluppo ulteriore nei mercati internazionali caratterizzati da alti investimenti e margini bassi, e dove l’utilizzo delle sinergie industriali sarà sempre più fondamentale per offrire quella innovazione tecnologica di cui Ansaldo Sts è oggi leader. È quanto sostiene la società di consulenza Frost & Sullivan, commentando la cessione al colosso giapponese delle aziende di Finmeccanica.
IL REPORT
”Ansaldo Sts può vantare un’indubbia posizione di leadership competitiva sul mercato italiano dell’alta velocità; un mercato attraente ed in crescita oltre la media europea”, ha spiegato Pietro Boggia, Principal Consultant, Automotive and Transportation, Frost & Sullivan. Secondo lo studio ‘Global Rail Outlook 2014′ di Frost & Sullivan, nel solo periodo di riferimento 2011-2012, con l’ entrata completa a regime della dorsale AV italiana, i passeggeri dell’operatore Trenitalia/Frecciarossa sono cresciuti del 4.2% in Italia, una crescita superiore a quella di molti altri paesi europei tra cui Spagna e Francia, e superiore allo stesso Giappone.
PARLA L’ANALISTA
“L’acquisizione da parte di Hitachi – ha aggiunto Boggia – fa nascere il quarto polo globale nel settore ferroviario per fatturato, un mercato nel quale Ansaldo Breda ed Ansaldo STS possono vantare una grande competenza tecnologica, sia nei sistemi di ferrovia urbana ed alta velocità, sia nei sistemi di segnalazione ferroviari in Nord America ed Europa”.
COSA BOLLE IN FINMECCANICA
Le dismissioni non si sono fermate in casa del gruppo attivo nell’aerospazio e nella difesa, secondo il Corriere Economia, dorso del lunedì del Corriere della Sera, che scrive: “Ci si aspetta che Finmeccanica ceda altri pezzi, per esempio la quota nei missili di Mbda — dove con il 25% ha minor peso nell’azionariato a tre, governato da British Airways e dall’Airbus-Eads che potrebbe essere il compratore — per crescere altrove. Sugli aerei regionali Atr di cui ha il 50%, per esempio, rilevandone una fetta dalla stessa Airbus che ha l’altra metà (governi permettendo, vedi altro articolo). O nella Telespazio che lancia e controlla i satelliti, dov’è socia al 67% con un’altra francese, Thales. In cambio, potrebbe fare la manovra inversa sull’altra joint venture satellitare, la Thales Alenia Space impegnata su telecomunicazioni e ambiente. Qui Finmeccanica è al 33%, potrebbe vendere la sua fetta ai francesi.
DOSSIER SPAZIO
Aggiunge il Corriere Economia: “Sono ancora lontane dalla chiusura, invece, secondo fonti informate, le trattative con il fondo Cinven per riprendersi il controllo dell’Avio Spazio. È la società del lanciatore Vega, dove Finmeccanica ha il 15%. I contatti proseguono con regolarità, ma il prezzo richiesto è alto: si parla di circa 200 milioni per avere il 36% e arrivare alla maggioranza. Il confronto è con la SpaceX di Elon Musk, il proprietario della Tesla della supercar elettrica. Il 10% di quest’azienda spaziale è stato rilevato in gennaio per un miliardo di dollari da Google e dalla Fidelity socia anche di Finmeccanica con il 2,13%. Avio Spazio ha margine operativo lordo di circa 40 milioni, si parla dunque di multipli stellari. Cinven ha l’85% da otto anni, ma non ha fretta. Allo stesso modo sembrano sospese, per ora, le iniziative alla ricerca di un partner (Safran? Meggitt?) per l’americana Drs”.