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Fitto, Poli Bortone e Vitali. Ecco i protagonisti del moderato feuilletton pugliese

Sono saltate fuori pure le primarie nel feuilleton delle Regionali pugliesi. Nemmeno Honore De Balzac e Alexandre Dumas sarebbero riusciti a tessere una trama così ricca di suspense e colpi di scena come quella che si sta dipanando nel tacco dello stivale. Una sfida tutta interna al centrodestra e a Forza Italia che supera i confini pugliesi.

Perché è nel duello tra Adriana Poli Bortone e Francesco Schittulli che si deciderà la guerra termonucleare in corso da mesi tra Silvio Berlusconi, che sostiene la prima, e Raffaele Fitto, in campo per il secondo. L’ex governatore è già con un piede fuori dal partito. Tanto che ormai i suoi non vanno nemmeno più alle riunioni con Berlusconi. A Montecitorio in tanti danno per scontato che Fitto, dopo le Regionali, lascerà Forza Italia per lanciare un suo movimento. E lo stesso, sostengono in molti, farà Denis Verdini. Nel frattempo, però, la battaglia del Tavoliere è cominciata. Ma sarà proprio l’esito della sfida tra Poli Bortone e Schittulli a determinare l’esito dello scontro tra l’ex governatore e l’ex Cavaliere. Una partita a perdere, perché il grande favorito è e resta Michele Emiliano, che si gode le disgrazie altrui e sta facendo campagna elettorale da solo.

A lanciare l’idea delle primarie per scegliere il candidato unitario che dovrà sfidare Emiliano è stata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che fa parte della coalizione a sostegno di Schittulli, insieme ai fittiani di Forza Italia e Ncd. Di Fdi era pure la Poli Bortone, fino a quando Silvio Berlusconi non ha deciso di buttarla nell’agone proponendola come candidata di Forza Italia, sostenuta anche dalla Lega. Alla Poli Bortone, 73 anni, ex ministro ed ex sindaco di Lecce, non è parso vero di tornare sulla scena politica da protagonista. Così, prima ha chiesto a Fdi di abbandonare Schittulli e appoggiarla, poi, di fronte al no della Meloni, non ci ha pensato due volte a lasciare il suo partito e buttarsi a capofitto in campagna elettorale come candidata di Forza Italia.

La mossa della Meloni di proporre le primarie sembra il tentativo disperato di far fuori la Poli Bortone e ricompattare tutti i voti di Forza Italia intorno a Schittulli. “Facciamo decidere gli elettori. Vediamoci subito per stabilire le regole e votiamo domenica prossima. Chi vince sarà il candidato e chi perde farà il vicepresidente”, afferma la leader di Fdi. Il colpo di teatro sembra concordato con Fitto e Schittulli, che abbracciano subito l’idea. “Io le avevo proposte fin dall’inizio per evitare il caos, sono d’accordo, anzi entusiasta. E chi è contrario vuole il male della Puglia”, afferma l’ex governatore.

Il coniglio tirato fuori dal cilindro dalla Meloni non piace però a Forza Italia e Lega. “Non ci sono i tempi e le condizioni. Inoltre Schittulli non può essere più il nostro candidato, visto che ci ha cacciato dalla coalizione”, la risposta del commissario Luigi Vitali, inviato in Puglia da Berlusconi per spianare Fitto e che ora rischia di essere impallinato. Da non dimenticare, tra l’altro, che Schittulli era il candidato scelto proprio dal vertice forzista. Quando ha capito che non avrebbe avuto i voti di Fitto, però, l’oncologo non ci ha pensato due volte a buttarsi tra le braccia dell’ex governatore, lasciando Berlusconi senza candidato. Da qui la chiamata a sorpresa dell’ex sindachessa di Lecce, che alle scorse elezioni, presentandosi con la sua lista Io Sud, contribuì alla sconfitta del candidato fittiano Rocco Palese.

“E’ un’idiozia. Una provocazione bella e buona di Meloni e Fitto”, il giudizio tranchant di Poli Bortone. Mentre Vitali mercoledì ha disertato il tavolo che avrebbe dovuto stabilire le regole. Per ora tutto congelato, dunque. Ma in queste pazze elezioni pugliesi, mai dire mai. Nel frattempo Fratelli d’Italia si prepara ad espellere la Poli Bortone (lo deciderà l’assemblea nazionale del partito il 28 aprile), mentre tra gli azzurri scoppia anche la guerra del simbolo, con “i ricostruttori” di Fitto che ne reclamano l’uso. “Sono contrario, togliere il simbolo a Berlusconi è come togliere al Milan la maglia rossonera”, dice l’ex fittiano Francesco Paolo Sisto, che pare aver voltato le spalle al suo mentore per stare con l’ex Cavaliere.

Insomma, nel feuilleton pugliese si consumano tradimenti, vendette e pugnalate alle spalle. Ma l’esito di questa sfida determinerà l’epilogo della guerra di Fitto a Berlusconi, ovvero il prossimo futuro di Forza Italia.

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