Il PIL americano ha fatto molto peggio delle attese a inizio 2015. La stima advance mostra una crescita del PIL di appena 0,2% t/t ann. in brusca frenata dal +2,2% t/t ann. di fine 2014 e ben al di sotto delle attese di consenso per un +1,0% t/t ann. Le scorte hanno aggiunto un +0,74% t/t ann. ed è probabile che si veda un riassorbimento, almeno parziale, nel 2° trimestre. Il commercio estero ha sottratto -1,2% t/t ann. alla crescita trimestrale.
ESPORTAZIONI E DOMANDA
Le esportazioni sono crollate di -7,2% t/t ann. da +4,5% t/t ann., mentre le importazioni registrano una frenata a 1,8% t/t ann. da 10,4% t/t. ann. La domanda finale interna ha contribuito con un +0,7% t/t ann. La debolezza è diffusa a tutte le principali voci della domanda finale domestica, che nel complesso dovrebbe aver contribuito al PIL per +0,7. I consumi privati rallentano a 1,9% t/t ann. da 4,4% t/t ann.
LA DINAMICA DEGLI INVESTIMENTI
Gli investimenti non residenziali subiscono una contrazione di -3,4% t/t ann. dal + 4,7% t/t ann. Gli investimenti in strutture sono crollati del 23% dopo il +5,9% t/t ann. del trimestre precedente. Parte del calo è da ricondursi a una contrazione degli investimenti shale gas.
I FATTORI PRINCIPALI
La sorpresa negativa è da ricondursi in parte a fattori transitori clima eccezionalmente rigido e blocco dei porti sulla costa ovest (che potrebbe spiegare la dinamica assai deludente dell’export). Tuttavia, non va trascurato l’effetto del calo del greggio sui margini dell’industria estrattiva e sugli investimenti del comparto.
I MOTIVI MONETARI
Infine, il rafforzamento del dollaro che è accelerato da inizio dicembre potrebbe spiegare in parte la fiacchezza dell’export e degli investimenti fissi. Il dato del 10 trimestre in isolamento lascia la nostra stima di crescita 2015 a +2,6% da un precedente 2,8%.