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Unicredit, Intesa, Mps. Ecco i numeri essenziali delle banche italiane

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A febbraio i finanziamenti bancari alla clientela nell’Eurozona hanno continuato a crescere (+0.6%), mentre in Italia si è intensificata la riduzione (-2%), guidata dalla debolezza del credito alle imprese (-3%).

I primi mesi del 2015 hanno mostrato segnali di miglioramento del credito bancario alle imprese dei principali paesi dell’Eurozona, con l’importante eccezione dell’Italia. Tuttavia, le banche italiane hanno continuato a riportare un allentamento delle condizioni di offerta.

In Italia gli indicatori di rischiosità del credito hanno mostrato segnali di attenuazione: il tasso di decadimento nel 2014 si è portato allo 2.7%, dal 3% dell’anno precedente.

In Italia, l’insieme dei crediti deteriorati rappresenta il 17% dei crediti complessivi, ben al di sopra del dato della Spagna dove l’indicatore sta progressivamente rientrando da oltre un anno.

A febbraio in Italia i tassi sui nuovi mutui a tasso fisso hanno toccato un minimo storico (3.5%), riorientando così la domanda verso questa forma contrattuale la cui incidenza sul nuovo stipulato ha superato il 30% (dal 22% del 2013-2014).

Si sono ulteriormente ridotti i tassi di interesse sui nuovi crediti alle imprese in Italia (-13 punti base per le PMI, pari al 3.3%; -14 punti base per le imprese maggiori, pari all’1.8%), guidati anche da politiche di offerta rivolte a i prenditori di migliore qualità.

In Italia e nell’Uem a febbraio hanno continuato a crescere i depositi da residenti (+4.3% e +3.3%, rispettivamente), trainati dalla crescita a due cifre dei conti correnti. In Italia si è intensificata la flessione delle obbligazioni collocate sul mercato (-19.2%).

La raccolta dall’estero delle banche italiane, dopo quasi tre anni di riduzione, a febbraio ha ripreso a crescere (+8.8%) trainata dalla ripresa dei volumi di interbancario.

La raccolta da Bce dopo la riduzione osservata a febbraio (-22 miliardi di euro), riconducibile alla scadenza dei fondi LTRO a 3 anni, a marzo ha registrato un nuovo incremento portandosi a 166 miliardi di euro per effetto dei fondi ottenuti nella terza asta TLTRO.

Il tasso sui depositi delle imprese in Italia si è ancora ridotto a febbraio, raggiungendo lo 0.47%, ma lo spread sulle nuove erogazioni riferito alle società non finanziarie si sta riducendo.

Nel 2014 gli 11 principali gruppi bancari italiani quotati hanno registrato una perdita aggregata pari a 5.1 miliardi di euro, dai -21.8 miliardi del 2013. Tuttavia sei banche del campione hanno chiuso l’esercizio 2014 in utile per complessivi 3.8 miliardi di euro. I risultati sono stati penalizzati ancora una volta dalle rettifiche su crediti mentre si è registrata una tenuta dei ricavi di intermediazione e un aumento della componente commissionale.



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