L’Eurogruppo di venerdì si è chiuso senza progressi sostanziali, come previsto, ma il tono e le dichiarazioni sono molto pesanti nei confronti della Grecia.
IL COMUNICATO
Il comunicato rammenta che “l’accordo del 20 febbraio rimane il quadro entro cui raggiungere un accordo” e afferma che “la responsabilità è principalmente sulle spalle delle autorità greche”. Non si fa alcun cenno alla possibilità di convocare una nuova riunione straordinaria dell’Eurogruppo prima dell’11 maggio.
L’AUT-AUT
Il tono apparentemente neutro delle frasi incluse nel testo scritto ha acquistato un colore più netto nelle dichiarazioni orali: l’Eurogruppo rifiuta la richiesta di introdurre un processo di rilascio graduale dei fondi, che avrebbe consentito alla Grecia di implementare soltanto parte delle richieste, e rifiuta altresì la richiesta di iniziare subito a discutere del terzo programma di aiuti; la posizione dei creditori è che dovrà essere prima concluso il secondo programma. Questo rappresenta a tutti gli effetti un aut-aut al governo greco.
LE PAROLE DI VAROUFAKIS
Ancora una volta, le dichiarazioni di Varoufakis riportano una lettura apparentemente diversa: pur ammettendo che si è trattato di una riunione “intensa”, il ministro delle finanze greco ha ribadito di “volere un accordo” e di essere disposto “a fare compromessi per conseguirlo”, sostenendo “che alla fine si troverà una soluzione”.
LO SCENARIO
Può darsi che faccia buon viso a cattivo gioco, per evitare il panico. A meno che il governo greco non creda ancora che l’Eurogruppo cederà all’ultimo secondo, ora sarà necessario scegliere rapidamente fra una piena accettazione del programma, rischiando la crisi interna a Syriza, e la strada che porta al controllo dei capitali e al default.