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Le scacce modicane a Eataly

Le massaie romane a Eataly potranno imparare a fare le scacce modicane. Ecco, questa è la notizia. Le scacce per chi non è pratico della lingua sicana, nella fattispecie iblea, sono delle focacce dalla pasta molto sottile che avvolge dei ripieni di pomodoro, melenzane, caciocavallo ragusano, ricotta, salsiccia, giocando su tutte le permutazioni e combinazioni possibili.
Che dire. I siculi, i peggiori specialmente, ovvero quelli emigrati che vivono la distanza come l’uomo che avendo puntato una donna che gli fa sangue al punto da dare la foto di lei al pronto soccorso al posto del gruppo sanguigno, la quale donna, però, non ha corrispondenti effetti ematici, la odia e la brama al tempo stesso.
E, dunque, l’idea di Farinetti se per un verso suona come una violazione, lo strappare un pezzo di identità locale per farne un pezzo di cinema dentro a quel frullatore di comunicazione che è Eataly, dall’altro è un bene. Perché quello che è riuscito a fare Eataly per l’agroalimentare italiano in pochi anni non sono riuscito a farlo decenni di politica e istituti vari, sorretti dalla mano pubblica dalle sigle più disparate: Enit, Mibact, Buonitalia, Verybello, ISA ecc. Tutti carrozzoni che hanno fatto felici i loro dirigenti.
Eataly non è la prima catena che prova a interagire con un mondo antico e tradizionale come quello delle scacce. McDonald, siamo ai primi anni 2000, provò a mettersi contro le scacce e perse. La McDonald da Contrada Sorda a Modica dovette scappare nottetempo nemmeno un anno e mezzo dopo l’apertura. “Le scacce battono l’hamburger”. Così titolarono i quotidiani locali, allora. A riprova che il 25 Aprile, almeno in cucina, da quelle parti ha un sapore tutto suo.
Ora è il turno di Eataly. Che parte con un vantaggio. Quello di provare a esportare quei sapori lontano dal suo territorio. Chissà come andrà a finire.



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