Pubblichiamo le conclusioni del discorso tenuto da Marcello Clarich, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena
La disamina del protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’ACRI consente di trarre alcuni spunti conclusivi.
In primo luogo, il protocollo, che quasi tutte le fondazioni hanno fatto proprio con delibere degli organi competenti delegando il presidente dell’ACRI a sottoscriverlo in modo ufficiale, costituisce una novità che potrebbe fare scuola anche in altri contesti caratterizzati da situazioni analoghe. Si pensi in particolare agli ambiti nei quali è presente un’autorità pubblica dotata di poteri di vigilanza nei confronti di categorie omogenee non troppo ampie di destinatari rappresentate da uno o pochi organismi rappresentativi.
Inoltre, dal punto di vista istituzionale, il protocollo pone fine, si auspica in modo definitivo, alla conflittualità che ha caratterizzato fino a pochi anni fa il rapporto tra il mondo delle fondazioni bancarie e il governo, culminato anche in contenziosi davanti al giudice amministrativo e alla Corte costituzionale, che non hanno fatto bene al sistema. Lo stesso protocollo del resto prevede che la nuova modalità di rapporti tra ente vigilante e soggetti vigilati continui in futuro atteso che le parti hanno assunto l’impegno a valutarne gli effetti e a rivederne il contenuto tra quattro anni (art. 13, comma 1).
Infine, poiché il protocollo richiede alle fondazioni bancarie non soltanto la modifica degli statuti, ma anche l’approvazione di regolamenti sulle procedure di gestione del patrimonio (art. 2, comma 3) e sulle modalità e le procedure di nomina dei componenti degli organi (art. 8, comma 2), la prassi della concertazione potrebbe essere estesa anche a questi atti allo scopo di promuovere soluzioni omogenee all’interno della categoria delle fondazioni.