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Riprendiamoci un pensiero sulla realtà

Siamo immersi nella irrealtà, ostaggi di una politica dimenticata; infatti, a ben guardare, siamo circondati da tecnocrati o da demagoghi. Ben pochi dei cosiddetti “politici” parlano un linguaggio visionario, i più parlano alla pancia o costringono le masse a “modellizzarsi” e ad omologarsi ad un pensiero dominante. Abbiamo smarrito la complessità dell’essere persone e, in questo, il mistero dell’oltre che già ci percorre.

Un pensiero sulla realtà è “pensiero globale”, ciò che darebbe senso e prospettiva ad una globalizzazione sempre più lineare e sempre più esasperatamente  competitiva. Ci siamo in qualche modo arresi a questa globalizzazione, scegliendo, in nome di un benessere “imminente” e senza preoccuparci della sua sostenibilità, una competizione senza cooperazione, qualcosa che si nutre di una violenza e di una crudeltà crescenti; qual’è il prezzo che l’umanità sta pagando, per soddisfare le proprie ansie a brevissimo termine, sul piano della disgregazione sociale, della paura, dell’annientamento delle relazioni, dell’ assenza di dialogo ?

Penso che sia venuto il tempo di recuperare un “senso umano” e di restituirci ad esso; dobbiamo tornare a riflettere della realtà e nella realtà, riprogettando un’idea di convivenza umana che ripensi i tempi e i modi della decisione politica, della organizzazione complessiva della vita in comune ma che salvaguardi le grandi conquiste che caratterizzano l’essenza profonda del vivere democratico.

Oggi, mentre alcuni si sentono soddisfatti dagli slogan, i più soffrono, strumentalizzano, alimentano quelle “zone grigie”, quel senso di smarrimento che ci fa sentire forti laddove infrangiamo le regole, le aggiriamo, lottando per la sopravvivenza. Fatico a definire vita ciò che è solo esistenza, ciò che è innaturale riduzione della complessità, totale inconsapevolezza della complessità del mondo-della-vita.

 

 



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