Cosa c’è di male nel dare un biglietto omaggio per l’EXPO di Milano per una tessera di partito? Dal mio personalissimo punto di vista molto.
Prima di tutto trovo sgradevole che un partito debba ricorrere a tecniche di marketing spicciolo per raccattare qualche iscritto giovane. Si arriva alla situazione per cui vige il principio che per poter essere accattivanti nei confronti di nuovi iscritti/e giovani (o meno giovani) non servano contenuti, modi di pensare, visioni od orizzonti valoriali… no, basta un buono sconto.
Questo evento non lo interpreto come la Vice-Segretaria Debora Serracchiani, che parla di “una cosa carina“. Lo interpreto come uno svuotamento del significato stesso dell’agire politico. Sì, sono apocalittico, ma questo meccanismo di do ut des che puzza di vecchio.
Trovo ancora più allarmante che questa iniziativa sia stata anche giustificata con forza sulla pagina Facebook come un’iniziativa interessante, necessaria, curiosa od originale. Mi viene in mente il titolo di un libro del sociologo polacco Zygmunt Bauman: consumo, dunque sono!
Le regole dell’economia trasportate di sana pianta nel modo di fare politica, ma non solo. Pure per generare interesse e partecipazione. Ma può funzionare? Non credo proprio. Una tesseradovrebbe rappresentare una dichiarazione di appartenenza a una comunità di valori, di proposte e di obiettivi. Una dichiarazione di adesione ad un progetto, in base a principi e pensieri che si reputa essere, appunto, comuni ad altri che di quella comunità fanno parte. Dubito fortemente che questo ragionamento sarà fatto da chi vorrà iscriversi in cambio del buono sconto.
Un partito non è un’impresa. O non dovrebbe esserlo. Viene sminuito il senso della Politica, ridotta a mercato di iscritte/i. Anche in questo caso cosa si pensa di ottenere? Un aumento quantitativo degli iscritti? E la qualità? E si pensa che quelli poi parteciperanno attivamente? Che vorranno condividere tempo, energie e idee gratuitamente? Dubito. Potrebbero restare, alcuni, nella più concreta opzione di dire: forse ci guadagnerò qualche altra cosa. Ma il suo guadagnare non avrà niente a che vedere né con la partecipazione, il contare qualche cosa inun processo decisionale e tanto meno nel godere di un ritorno positivo del proprio impegno: il bene comune!
No, dubito che tutto ciò possa accadere. Credo sia solo una pericolosa tentazione di ridurre anche la voglia di partecipare a uno scambio tra merci. La mercificazione della passione politica. Dell’impegno, della voglia di fare.
Assurdo per il mio modo di concepire le cose. Assurdo in toto. Che differenza c’è tra lo smistaretessere e il dare buoni omaggio/sconti/regali? Fatico a vedere la discontinuità. Trovo sia incoerente e pericoloso. Penso sia una svendita a tutto tondo.
Figuriamoci se quelli che si iscriveranno solleticati da questa interessante offerta pubblicitaria leggeranno statuto, regolamenti e codice etico e se si preoccuperanno di dire: ma questa iscrizione corrisponde ai miei ideali? AI miei pensieri e scopi? Mi figuro anche qualche furbo leghista che si iscrive magari con il solo scopo di avere un bel biglietto omaggio con sconto per EXPO. Dopo i casi di Roma e Liguria non mi sembra una cosa impossibile… Ci hanno pensato a questo?
Si iscriverà chi? Con quali scopi? Cosa porteranno in più al partito? Ma queste domande se le sono poste?
Ultima cosa che vorrei far notare è che il disinteresse generale per la Politica è dato proprio dall’assenza di capacità di proposte serie, di totale scollamento tra il dire e il fare, dalla mancanza di fantasia e di iniziativa politica. Avrei capito di più che quei biglietti scontati fossero distribuito agli under 30 già iscritti, come incentivo al loro impegno e alla loro costanza. Il richiamo all’esterno non lo si può fare con un metodo semplicistico di marketing, né con una offerta pubblicitaria così banale.
Si torni a fare Politica, a dare spazi di confronto e di incontro. Si torni a pensare a contenuti e proposte serie che incidano positivamente nella vita delle persone. Si torni a rispettare laPolitica e la sua essenza. E allora le persone torneranno a interessarsi, senza bisogno di essere abbindolate con premi e offerte commerciali.