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Tutte le accuse di Bruxelles che bruciano Gazprom

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Francesca Gerosa apparso su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

Dopo Google l’antitrust europeo punta i fari su Gazprom che rispedisce al mittente le accuse. La Commissione Ue ha inviato un’accusa formale al colosso russo, affermando che alcune delle sue pratiche commerciali nei mercati del gas dell’Europa centrale e orientale rappresentano un abuso della posizione dominante contrario alle regole Ue in materia.

I RILIEVI CONTRO GAZPROM

Sulla base di un’indagine preliminare, l’esecutivo europeo ha concluso che Gazprom viola le regole Ue applicando una strategia generale di separazione dei mercati del gas dell’Europa centrale e orientale, per esempio riducendo la capacità dei suoi clienti di rivendere il gas oltre le loro frontiere.

COSA HANNO FATTO I RUSSI

Questo, secondo Bruxelles, ha permesso a Gazprom di fatturare prezzi iniqui in alcuni Paesi Ue. Ancora. Secondo l’indagine preliminare della Commissione Ue, il gruppo potrebbe aver abusato della sua posizione dominante vincolando le forniture di gas all’ottenimento di impegni distinti da parte dei grossisti sulle infrastrutture di trasporto del gas.

L’AZIONE DEL COMMISSARIO

Il commissario Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha fatto del suo meglio per sostenere che la decisione dell’Unione europea di aprire un’indagine formale su Gazprom per abuso di posizione dominante non è politica né legata al più ampio scontro con la Russia sull’Ucraina. Ha infatti ribadito che la sua attenzione si concentra sulle questioni tecniche di concorrenza e che i colloqui su una possibile soluzione avverranno con Gazprom e non con i vertici del Cremlino.

IL NODO CONCORRENZA

“Il gas”, ha commentato Margrethe Vestager, “è un bene essenziale per la nostra vita quotidiana: mantenere una concorrenza equa sui mercati europei del gas è della massima importanza. Secondo noi, Gazprom potrebbe aver eretto ostacoli artificiali che impediscono il passaggio del gas da alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale ad altri, intralciando così la concorrenza transfrontaliera”. Se le preoccupazioni di Bruxelles saranno confermate, ha aggiunto, “Gazprom dovrà assumere le conseguenze giuridiche del suo comportamento”.

LA MAPPA DELL’INFLUENZA SULL’EST

Sono 8 i Paesi Ue in cui Gazprom è il principale se non l’unico fornitore di gas: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia. “C’è una segmentazione dei mercati che ha permesso a Gazprom di chiedere prezzi molto alti in alcuni Paesi”, ha spiegato ancora il commissario Ue. In particolare, “5 Paesi hanno subito prezzi sleali”. Inoltre, sempre approfittando della posizione dominante, Gazprom ha chiesto impegni non direttamente collegati sulle infrastrutture per il trasporto di gas: “abbiamo prove di questo comportamento illegale in Polonia, per il gasdotto Yamal, e in Bulgaria per South Stream. Ora diamo la possibilità alla società di difendersi”.

IL RISCHIO MULTA

Se colpevole, per il gruppo potrebbe scattare una multa fino a 14,3 miliardi di dollari, ovvero il 10% del suo fatturato 2012, anno in cui è partita ufficialmente l’indagine Ue. Ora Gazprom ha 12 settimane per rispondere alla comunicazione formale della Commissione Ue e può chiedere di presentare i suoi argomenti.

LA REPLICA DEL COLOSSO RUSSO

Comunque già oggi ha messo le mani avanti, sostenendo che sono “infondate” le accuse di abuso di posizione dominante che le sono state mosse. Il gigante russo del gas ha infatti assicurato di “aderire strettamente” alla regolamentazione in vigore e di agire “in conformità totale con gli standard osservati” dal settore. Nei giorni scorsi però aveva minacciato di “prendersi una pausa” come fornitore di gas all’Europa (nel 2014 ha soddisfatto il 27% del fabbisogno europeo di gas). La mossa di Bruxelles è destinata a far salire di nuovo la tensione tra l’Unione Europea e la Russia.

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