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Vi dico cosa ho provato lavorando nel Palazzo di Giustizia di Milano mentre si sparava

Come descrivere ciò che è successo?

Il Palazzo di Giustizia di Milano è una città nella città, è tanto immenso quanto è facile perdersi tra le decine e decine di scale, ascensori, corridoi, uffici e aule di giustizia.

Ogni giorno viene frequentato da migliaia di persone, non so se sia stata mai fatta una stima ma ritengo che ogni giorno almeno 10.000 persone entrino nell’edificio.

Il luogo è famoso per le cronache giudiziarie italiane, decine di processi sono stati svolti tra quelle mura: Mani pulite, Fininvest, Berlusconi, Ruby, Fabrizio Corona tra i più recenti, ma troviamo il crack Ambrosiano, la strage di Piazza Fontana, il processo Vallanzasca.

Oggi un uomo, che subiva un processo per bancarotta fraudolenta, ha fatto fuoco, uccidendo il giudice Ferdinando Ciampi e un giovano collega praticante avvocato che svolgeva il tirocinio come assistente al magistrato e un testimone.

Sono sconvolto, anche oggi ero nel Palazzo, fortunatamente lontano dal luogo in cui è avvenuta la tragedia.

Gli ingressi sono costantemente monitorati dalla vigilanza, sono sottoposti a videosorveglianza e muniti di metal detector anche se uno in via Manara è rotto dallo scorso anno.

Se la pistola è stata portata questa mattina all’interno del Palazzo è stato grazie ad una falla, che verrà scoperta nel giro di pochissime ore.

Resta il dolore per le vittime, l’amarezza e la delusione nel riscontrare ancora una volta come la diffusa disattenzione in questo Paese.

(Il post integrale si può leggere sul blog di Massimo Melica)

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